Ha brillato più di tutte oggi la stella di Maria Sharapova, nella sessione diurna della quinta giornata sulla Rod Laver Arena. La testa di serie numero 30 si è aggiudicata la sfida tra ex campionesse dell’Australian Open, eliminando con una performance maiuscola la campionessa uscente, Caroline Wozniacki. Il punteggio finale di 6-4 4-6 6-3 parla di una partita molto equilibrata, ma in cui la campionessa del 2008 ha sempre dato l’impressione di avere più armi per ferire la numero 3 del mondo.
LE CHIAVI DEL MATCH – Non sappiamo se questo possa rappresentare l’inizio di una nuova grande stagione per Sharapova. Certo è, in ogni caso, che non si vedeva la russa interpretare e poi svolgere una partita di tale intensità e di tale precisione oramai da diverso tempo. Contro un’avversaria così forte da fondo campo non era scontato che Sharapova riuscisse a colpire con continuità e profondità per quasi tutte le 2 ore e 26 di gioco. Le due tenniste non si affrontavano, almeno sul campo, dal Wta Premier di Madrid del 2015, quando la 31enne russa vinse anche lì al set decisivo. Lo scorso anno invece, le due furono “legate” dalla piccola polemica generatasi allo Us Open, quando Wozniacki lamentò una programmazione poco meritocratica che la vedeva spedita su un campo secondario in favore del match di Sharapova, programmato invece sul Centrale. Dopo quattro anni però, sul campo, ha vinto ancora Sharapova: la sua grande potenza ha messo spesso in ginocchio la danese, che pur con una grande fase difensiva, non è riuscita a fare la differenza, dipendendo eccessivamente dagli errori della propria avversaria, che invece ha limitato i regali quanto più possibile. La vittoria, per Sharapova, è arrivata dai cambi lungolinea negli scambi in primis, e poi dalla resa al servizio e alla risposta. La campionessa in carica è partita molto bene alla battuta, ma quando la percentuale di prime è scesa – dalla metà del primo set in poi – Sharapova ha cominciato a fare la differenza. Sotto 4-1, la russa ha dato inizio alla sua rimonta uscendo dalle diagonali con grande precisione, prendendo quindi il controllo dello scambio nonostante la strenua difesa dell’avversaria. Troppo incostante invece quest’ultima nelle uscite lungolinea: quando la si attacca senza la neccessaria decisione, infatti, Sharapova diventa pericolosissima anche nei colpi in movimento. Nonostante i problemi fisici che l’avevano costretta al ritiro due settimane fa in quel di Shenzhen, la numero 30 del seeding ha evidenziato una buonissima forma fisica, che ha inciso in maniera determinante anche nelle fasi finali del match, con alcune risposte in allungo fondamentali nel settimo game del terzo set, quello del break decisivo. L’unico neo della partita della siberiana viene ovviamente dal secondo set. Dopo aver recuperato anche qui un iniziale break di svantaggio, Sharapova aveva di nuovo preso il controllo del match. Sono arrivati però diversi errori in chiusura dei punti, dopo aver costrutito alla perfezione le occasioni per chiudere come nel primo set. Merito ovviamente va anche a Wozniacki, che facendo spesso giocare un colpo in più ad una avversaria allora distratta, era riuscita a riequilibrare la contesa. Sembrava poter fare anche di più nel terzo la numero 3 del tabellone, che pian piano aveva trovato la fiducia nel proprio rovescio lungolinea. Ma alla fine, ha trionfato meritamente Maria Sharapova, più decisa, offensiva e solida al servizio nei momenti clou.
I NUMERI – La vittoria di Sharapova si spiega però anche in alcuni semplici numeri, che possono essere indicativi di un buonissimo stato di forma e che senz’altro cambiano ora il suo ruolo in un tabellone, in cui diventa qualcosa di più che una mina vagante. Il 62% di prime in campo, con una realizzazione del 74% sono i primi numeri che saltano all’occhio. Quando Sharapova mette la prima in campo, infatti, sembra che non senta troppa pressione e che abbia fiducia nel proprio braccio. A quel punto, il colpo di inizio gioco fa male anche alla Wozniacki, nonostante le sue grandi doti di colpitrice, anche in condizioni di equilibrio precario. Gran parte dei 37 vincenti della russa peraltro proviene proprio dal servizio, che l’ha appunto messa in condizione di spingere spesso sin da subito. Come detto, invece, dei 46 errori non forzati, ben 19 vengono dal secondo set: colpi lunghi di poco, o anche in rete, che avrebbero potuto chiudere anticipatamente la contesa, con Sharapova sempre vicinissima al campo, quando non dentro, e la Wozniacki a correre per coprire il campo. Il peggior game della russa rimane il decimo ed ultimo del secondo set, chiuso con uno sciagurato doppio fallo e poi un dritto fuori di poco. Ma rimane l’unico passaggio a vuoto di un match condotto in maniera estremamente convincente. Wozniacki invece non è riuscita ad essere costantamente incisiva. Con solo 10 vincenti e ben 21 gratuiti totali è difficile poter pensare di vincere, contro una versione di Maria Sharapova oltrettutto positiva anche in risposta, pronta a sfruttare le seconde dell’avversaria, che quando manca la prima realizza solo 13 punti su 37.
AGLI OTTAVI LA BARTY – Tutte i dati sopra elencati, sono i motivi per cui Sharapova diventa una delle tenniste da osservare con più attenzione nel tabellone Wta, sin dalla prossima partita. Agli ottavi per lei c’è la 22enne di casa Ashleigh Barty, in una sfida in cui proprio la risposta potrebbe essere ancora una volta decisiva. La numero 15 del tabellone ha nel servizio uno dei suoi colpi migliori, ma la Sharapova vista oggi in risposta potrebbe crearle diverse problemi. Dall’altro lato, è anche vero che la ex numero 1 del mondo, che oggi ha vinto da fondo campo, è ancora da testare contro un’avversaria come la Barty, che cercherà di utilizzare il proprio tennis vario per togliere ritmo a Sharapova, proponendole palle continuamente differenti. Le due tenniste si trovano nel quarto privo ormai di Aryna Sabalenka, comandato tuttavia da una Petra Kvitova anche lei apparsa in ottime condizioni. Non sappiamo se questa pesante vittoria sia l’inizio di qualcosa di nuovo per Maria Sharapova. Non sappiamo come andrà l’Australian Open della campionessa di 11 anni fa, non sappiamo neanche dove la porterà il 2019. Questa vittoria è certamente un primo tassello positivo nella stagione ma, dal rientro dopo la squalifica, una delle caratteristiche mancate alla 31enne è stata proprio la continuità e il test contro Ashleigh Barty di domenica ci dirà molto di più di quello che Maria ha intenzione di essere in questa stagione appena all’alba.
Samuele Diodato