Nadal: “Il problema sono le superfici dure. Non sappiamo ancora l’entità dell’infortunio”

In conferenza stampa Il numero uno del mondo se la prende con la decisione di giocare spesso sul veloce, rimandando a domani la diagnosi dell'infortunio

Zoppicante e con una faccia triste, Rafael Nadal è apparso davanti ai media in conferenza stampa per analizzare la sua sconfitta nei quarti di finale dell’Australian Open. Lo spagnolo ha analizzato l’entità e le possibili conseguenze di questo infortunio muscolare. Lo spagnolo è chiaramente molto rammaricato da questo ritiro, e questo è il quarto infortunio che subisce durante la sua carriera all’Australian Open: “Questi sono tempi complicati, non è la prima volta che mi sono infortunato in questo torneo. L’opportunità di oggi è svanita per me, ma sono una persona molto positiva e so che devo andare avanti, ma la tristezza che ho adesso dentro è davvero forte, perché è difficile accettare che non ho potuto dare il meglio in campo. Odio ritirarmi dalle partite, ma non potevo muovermi, la mia gamba era totalmente bloccata, e quando sono così è impossibile lottare per la vittoria”.

ENTITA’ DA VALUTARE – Anche se il terzo set l’ha portato a casa attraverso il tie-break, Nadal ha confermato che il disagio ha cominciato ad apparire nel terzo parziale: “Non riesco a ricordare quando ho iniziato a sentire dolore, ma mi sentivo la fatica muscolare nel terzo set, successivamente ho fatto un movimento e ho avvertito un forte dolore muscolare. In quel momento ho capito che era serio e che non potevo essere al 100%, ecco che ho chiamato il fisioterapista prima del 4-1”. Alla domanda se conosce il suo infortunio e la misura di esso, Nadal ha detto che non sa nulla e che domani sarà esaminato dal team medico: “Non posso dire esattamente quello che sia successo, ma so che riguarda la parte alta della coscia. Non si tratta più del ginocchio. Grazie a Dio il mio ginocchio sta bene, ma ora i problemi sono dall’altra parte. Domani, dopo la risonanza magnetica comunicherò la lesione e la sua portata, perché ora né i medici né io lo sappiamo e non voglio dirvi inesattezze, faremo sapere appena possibile”, ha detto il numero uno al mondo.

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PROBLEMA SUPERFICI – Molti problemi sono quelli che i giocatori stanno soffrendo in questa fase della stagione se pensiamo a giocatori del calibro è di Stan Wawrinka, Andy Murray o Milos Raonic che non sono ancora riusciti a superare le loro problematiche: “Siamo in un momento in cui ci sono molti giocatori di tennis infortunati e penso che gli organizzatori nel circuito dovrebbero pensare meglio alla salute dei giocatori, poiché finiamo la maggior parte delle stagioni con troppa fatica e stress e così mettiamo in pericolo la nostra salute. C’è vita al di là del tennis e non possiamo giocare così tanto e soprattutto su queste superfici. Penso che il problema primario di questa faccenda sia il gioco su queste superfici dure”, ha concluso il giocatore spagnolo. Non resta che chiederci se tutti questi infortuni non siano un segnale inequivocabile verso una sensibilizzazione del calendario, per il bene dei giocatori ma soprattutto  del nostro sport.

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0 comments
    1. dopo una certa età si possono saltare si dei tornei, Federer non ne ha fatti sulla terra e ha potuto farlo. Nadal non è più un ragazzino, è lui che gioca tutti i tornei, nessuno lo obbliga

    1. Perché i nuovi valgono la metà della metà. Ancora non ho visto un tennista che valga quanto questi “vecchi”, che ogni tanto perdono, ma al torneo dopo fanno un culo così a tutti quanti. I ragazzetti che arrivano hanno solamente colpi e niente gioco.

    2. In realtà l’interesse per il tennis non si è abbassato, però come in tutti gli sport in generale si sta vedendo un calo della passione messa in campo. Il calcio, lo sport più corrotto del mondo, è stato il primo sport a dimostrare che i nuovi atleti sono tecnicamente migliori ma molto meno costanti, decisi, focalizzati sulla disciplina che praticano. E in realtà il pallone è solo la prima disciplina a subire questa cosa, piano piano anche le altre stanno cadendo in questo senso. Io non vedo passione nei nuovi tennisti, non vedo il sacrificio nel giocare la partita come quello di un Nadal, di un Federer ma anche di uno stesso Tsonga, che seppur non abbia avuto grandi risultati si è sempre dimostrato uno che il punto non te lo lascia nemmeno morto

  1. Non ha tutti i torti. Sono superfici che danneggiano il fisico. Le torsioni a cui sono sottoposti con il tennis attuale sono tremende. Quindi meno superfici dure e più terra battuta che prima era la superficie principe.

  2. A mio parere non si tratta di velocità delle superfici ma di evoluzione dei materiali che non può adeguarsi al fisico. Se i giocatori tirano servizi a oltre 200 km/h o winner al oltre 140 km/h per via dei materiali delle racchette come fa il fisico ad adeguarsi? Sì dovrebbe tornare a velocità meno robotiche perché appunto non sono dei robot

    1. Mah, si tirava a queste velocità anche negli anni 80/90, e le superfici erano le stesse, magari più veloci; il problema è stato l’emergere di una determinata categoria di giocatore “l’attaccante da fondo” che fa dell’atletismo la principale virtù: non è un caso che i principali interpreti, Nadal, Djokovic e Murray siano tutti rotti.

    1. Ha ragione riguardo al logorio dell’erba, ma in fatto di rimbalzi falsati, la terra non e’ da meno. Per quanto il campo sia curato, ricoperto di terra uniforme ed annafiato, ci sono sempre rimbalzi diversi, e non parliamo di cosa accade quando si prendono le righe…

  3. Come al solito tutti pronti ad attaccarlo e a portare Federer come esempio. Peccato che vi sfugga il fatto che Rafa non è l’unico infortunato per via dei 500 tornei che ogni anno si giocano sul duro. Wawrinka? Nishikori? Murray? Raonic?? Djokovic? Saranno un caso tutti questi infortuni??

    1. Scusa ma è proprio il tema che ho segnalato. Non è il campo veloce è l’attrezzo che permette velocità che su un campo veloce rendono gli sforzi più duri. Certo che se ti insegnano a fare il serve and volley e diverso dal giocare finché l’altro sbaglia

    2. Gli attrezzi sono sicuramente una parte del puzzle come dici tu. Ma comunque il duro comporta uno stress molto grosso per i muscoli e le articolazioni. Il 75% dei tornei si gioca sul duro, a prescindere non mi sembra giusto.

    3. Semplicemente perché Federer per tornare a vincere è stato fermo 6 mesi, Nadal è spesso infortunato perché con una muscolatura come la sua porta spesso il corpo all’esasperazione, gli altri che hai nominato si portano avanti gli infortuni fino a quando sono costretti a dare forfait, infortunandosi in continuazione senza mai risolvere il problema del tutto.

    4. Semplicemente perché Federer per tornare a vincere è stato fermo 6 mesi, Nadal è spesso infortunato perché con una muscolatura come la sua porta spesso il corpo all’esasperazione, gli altri che hai nominato si portano avanti gli infortuni fino a quando sono costretti a dare forfait, infortunandosi in continuazione senza mai risolvere il problema del tutto.

  4. Mi dispiace per rafa perché mai visto nessuno con quella mentalità! Però se porti il fisico oltre i suoi limiti naturali prima o poi ne risente …. Roger magari potrebbe essere d inspirazione, la scelta dei tornei potrebbe aiutare .

  5. Ora non rompere il cazzo. Ma proprio zitto. Sei tu ad aver insegnato al mondo come fare del proprio corpo l’arma per diventare il migliore, trasformando questo sport in una corrida tra superatleti. Ed ora che a 32 anni il tuo fisico è logoro chiedi di rivedere le superfici? Vergogna.
    Se non reggi lo stress fisico sono due le soluzioni: ritirarsi o programmare meglio il proprio calendario, come un signore di quasi 37 anni fa meravigliosamente.

  6. Il problema non sono le superfici dure, il problema è come si gioca sulle superfici dure. La pulizia dei rimbalzi e la velocità del campo dovrebbe far prediligere un gioco verticale, rapido e d’attacco invece che un gioco orizzontale e difensivo che obbliga le articolazioni e la muscolatura a uno stress eccessivo. La colpa è anche della ATP che ha uniformato troppo le velocità dei campi e ha portato il tennis verso una tipologia di gioco standardizzata verso una tattica più di difesa e contrattacco. Si sono persi gli specialisti in luogo di una tipologia di giocatore uniforme che permetteva di essere competitivi su ogni superficie.

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