Simona Halep: “non so come ho fatto a vincere oggi”

Essere la numero uno del mondo dovendo difendere la finale dello scorso anno, con una schiena non ancora del tutto a posto e senza coach, non è semplice. Ma il cuore, quello sì, può fare la differenza e oggi il cuore di Simona Halep è stato il vero campione in campo, capace di ribaltare una partita che le stava sfuggendo via come un cappello in balia del vento. La rumena, poche ora fa, contro Sofia Kenin ha rischiato di abbandonare anzitempo gli Australian Open. Dopo un primo set condotto senza particolari patemi, nel secondo è salito a galla il carattere della giovane americana che, non dimentichiamolo, alcuni giorni fa si è laureata campionessa al WTA International di Hobart a soli 20 anni, triturando (letteralmente) Anna Karolina Schmiedlova in finale. A 20 anni, quando hai classe e tennis da vendere, ciò che ti può fermare è l’inesperienza e la poca freddezza nel saper affrontare un match che vale oro. Sofia Kenin, in preda al nervosismo, ha così perso una partita che di fatto aveva in mano dopo essersi trovata ad un passo dal baratro nel secondo set. La sua avversaria, più esperta e più abituata a soffrire nonostante si sia lasciata sfuggire in maniera sciagurata un set di fatto già vinto, è rimasta attaccata alla partita fino all’ultimo istante, come solo una grande campionessa sa fare, sorreggendosi disperatamente grazie al servizio, fondamentale che la rumena ha migliorato tantissimo negli ultimi 12 mesi. La statunitense, invece, nei due games decisivi dell’incontro è semplicemente sparita dal campo, fagocitata da un nervosismo che non le ha più permesso di rifilare vincenti in ogni parte del campo. Ma nonostante questa vittoria, Simona Halep sa di trovarsi ancora in difficoltà. E’ poco reattiva nelle gambe, il dritto non sfonda e per lei che non possiede un gran gioco in attacco le lunghe corse stanno diventando insopportabili, tanto quanto gli acciacchi fisici che sembrano aver preso casa nel suo fisico minuto.

Ho sentito un piccolo fastidio nel secondo set e ho avuto molte difficoltà a stare dietro ad ogni palla e a correre così tanto. Ho continuato a lottare solo perché volevo vincere. Lei ha giocato un match straordinario, è stato difficile rimanere in campo così a lungo. Spero di giocare meglio nel prossimo turno.

Simona Halep, prima del debutto a Melbourne, non ha mai nascosto di non godere attualmente di una forma fisica eccellente e di non sapere fino a che punto potrà spingersi nel torneo. Sta comunque dimostrando di voler combattere sino all’ultimo punto per non cedere uno scettro abbastanza in bilico e insidiato da ben tre giocatrici: Petra Kvitova, Sloane Stephens e Naomi Osaka. Dall’altro lato Sofia Kenin ha dimostrato di essere un’avversaria ostica e complessa da affrontare. Possiede ottimi fondamentali sia col dritto che col rovescio e soluzioni tattiche non di poco conto: dritto in chop, accelerazioni in lungolinea e in incrociato, ottima copertura del campo e un servizio di valore. Per batterla occorre un status fisico ottimale e un’intraprendenza tattica maggiore o pari alla sua. Ha solo 20 anni, quindi tutto il tempo per crescere sotto il profilo mentale. In questo slam ha dimostrato di avere le carte in regola per ribaltare situazioni intricate, dove senza coraggio è impossibile dettare legge. Ad Hobart ha giocato un bellissimo torneo, senza mai perdere un set, ed estromettendo al primo turno una giocatrice come Caroline Garcia. Il suo cammino non si fermerà certamente qui, perché è ovvio che c’è un destino ancora tutto da scrivere.

La stretta di mano finale tra Halep e Kenin
La stretta di mano finale tra Halep e Kenin
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