Vittoria di Federer o sconfitta di Nadal?

Ieri, 29 gennaio 2017, a Melbourne è andato in scena il trentacinquesimo capitolo della Guerre Stellari tennistica fra Federer e Nadal. L’archetipo della partita di tennis contemporaneo.

Il verdetto recita 6-4 3-6 6-1 3-6 6-3 Federer.

Devo prima farvi una premessa: vi confesso che ho peccato. Ai miei occhi (ma forse non solo ai miei) questo risultato era impronosticabile. Se mi aveste chiesto ieri il risultato della partita, vi avrei risposto “Nadal in 3 set, o in 4 ad essere proprio generosi”, sicuro di ciò che la Storia del tennis ci ha già consegnato nell’ultimo decennio e rotti.

Mi sono sbagliato. Federer-Nadal non è qualcosa che può essere guardato solo sotto la lente dei freddi numeri. Mi sono dimenticato che in queste partite le statistiche non contano, stanno lì in disparte e lasciano spazio ad un indefinito presente, dove ogni punto è una rete inestricabile di tecnica, sudore, talento, muscoli, tattica, fortuna e tanta tanta emozione. Dove il Talento fa a testate col Metodo. Dove l’esito di ogni singolo scambio, di ogni singolo game, di ogni singolo set non può essere previsto a priori.

La domanda iniziale nasce da un dubbio fondamentale. Che anche Nadal abbia commesso il mio stesso errore. Che si sia dimenticato. Che abbia perso per questo. Dall’altra parte della rete, però, c’era un Federer che ha affrontato questa partita in maniera un po’ atipica, ma con successo. E che per questo l’abbia vinta. Fare un’analisi tecnica della partita quindi è una bella impresa, ma altrettanto difficile, per almeno due motivi. Primo, più nobile, si tratta delle partite che più trascendono lo sport e si avvicinano all’arte (ve la sentireste voi di dire che Van Gogh ha sbagliato “quella pennellata”?). Secondo, più concreto, perchè si tratta di partite che si decidono su una manciata di punti.

Vista la difficoltà in questi casi  fare previsioni a priori, cerchiamo di usare le statistiche per il loro scopo principale, cioè quello di fare una valutazione a posteriori, anche per dare un nome e cognome alle belle cose che abbiamo visto. Cercheremo di capirci qualcosa guardando la partita dagli occhi di Nadal.

La diagonale dritto mancino-rovescio a una mano: Storicamente per Rafa è un grande bacino dei punti poco e molto importanti, dove costruisce la maggior parte del proprio gioco, e dove ha sempre fatto versare lacrime e sangue a Roger. Come tutti sanno, il gioco di Nadal si costruisce su un grande dritto incrociato che impatta il rovescio a una mano di Federer molto in alto grazie alla grande rotazione impressa alla palla. La principale vittoria di Federer oggi però è stata disinnescare questa diagonale. Grazie al lavoro con Ljubicic, i cui frutti sul rovescio si erano già visti durante tutto il torneo, Roger ha attaccato a testa bassa la diagonale, usando quasi mai lo slice e tirando molto profondo, togliendo a Rafa il tempo per imprimere tutta quella rotazione, agevolandosi il prosieguo dello scambio. Senza il controllo costante della diagonale, il gioco di Rafa ne ha risentito nel complesso, e ha contribuito in maniera determinante all’esito finale. Grande vittoria di Federer oggi.

Il servizio: Nadal ha servito in modo a lui congeniale, infilando una buona percentuale di prime (73%). Come ha spesso dichiarato, il servizio nel suo gioco è funzionale ad assumere il controllo dello scambio, e quindi preferisce tirare tante prime in campo, più precise per togliere l’appoggio all’avversario, ma necessariamente meno potenti. Questo comporta pochi ace (4 oggi), ma già lo sapevamo. Il problema però  oggi è stata la mancanza della naturale conseguenza del suo servizio, ovvero il  controllo dello scambio (solo 63% di punti vinti con la prima). Anche il servizio in slice a uscire da sinistra non ha portato alla fine grandi risultati. Nonostante gli abbia tolto tante castagne dal fuoco in momenti chiave del match (in particolare su molte palle break), poteva servire meglio come ha fatto vedere nel resto del torneo. Nel complesso una sconfitta per Nadal oggi.

La risposta: lo scarso controllo della diagonale di rovescio nasce anche dalla risposta non eccezionale di Rafa quest’oggi. È stato mostruoso in risposta solo ad inizio quinto set, quando si è spostato molto indietro per ricevere. Non lo ha fatto per tutto il match probabilmente per il grosso dispendio fisico che comporta questa scelta, e ha cercato di farlo in un momento chiave. L’inerzia della partita sembrava esser cambiata, ma poi abbiamo visto tutti come è andata. Nel complesso, poco incisiva sulla prima, assai di più sulla seconda, ma per come ha servito oggi Federer era difficile fare di più.

I passanti: i passanti sono l’altro grande pasto di sangue per Rafa, soprattutto dal punto di vista psicologico. Oggi però sono stati i grandi assenti della partita, un po’ perché Federer è sceso poco a rete, un po’ perché Nadal, complice l’età, ha perso lo smalto sull’allungo in recupero con annesso passante a mille all’ora. Un po’ perché siamo sul duro. Grande sconfitta per Rafa oggi.

La testa e i punti chiave: Rafa oggi di fatto ha giocato bene, anche dal punto di vista mentale. Come sempre pochi gratuiti (28 in totale), pochi vincenti (saranno 35 a fine match) spesso in momenti chiave, 70% di palle break annullate (14/20), tanti ruggiti da leone. L’approccio esplosivo al quinto set  sembrava l’anticamera della vittoria finale. La cosa che forse possiamo imputare a Nadal oggi è stato approcciare la partita seguendo lo stesso schema tattico “anti-Federer”. Questo, in parte disinnescato dagli inediti tecnici del rovescio di Roger, in parte vittima dell’età che avanza e rende sempre più difficili soluzioni estreme che fino a qualche anno fa erano parte integrante del gioco di Rafa, ha portato al risultato finale. Per quanto sia difficile dare una risposta alla domanda che ci siamo posti, alla fine penso che oggi abbiamo assistito ad una grande vittoria di Federer.

Di Aureliano Fiorini

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