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Atp di Rio de Janeiro ,tra pochi anni nuovo Master 1000?

DOPO I GIOCHI, RIO VUOLE DI PIÙ – Sull’onda dei giochi olimpici appena disputati, la metropoli carioca vuole ora molto di più. Ergersi a capitale di uno sport che attira sponsor e , di conseguenza, giri d’affari astronomici è l’obiettivo degli organizzatori dell’Open brasiliano, divenuto un 500 appena quattro anni fa. Chiamato a centrare un obiettivo di tale portata  è il direttore del RioTur  e del torneo,  Marcelo Alves. Forte della modernità del pParco Olimpico del tennis e della indubbia capacità di negoziare con l’Atp, Alves sembra avere le idee molto chiare sui passaggi necessari affinché questo progetto divenga realtà. “ Il primo passo sarà cambiare la superficie dell’evento  da terra battuta in veloce; questo di certo faciliterà le trattative con l’Atp. Il personale dell’associazione  giocatori conosce molto bene il nostro impianto e l’importanza del continuare a dare vita a strutture come la nostra. Gli offriremo un progetto talmente importante che capiranno che non è possibile lasciare questo torneo al livello di un 500”. Il tutto dovrebbe avvenire entro il biennio 2019-2020. Nel 2019  è infatti prevista una riorganizzazione del calendario Atp. Tuttavia, il compito che attende Alves non è affatto semplice. Oltre all’approvazione del cambio di superficie, atto che richiede una votazione in ambito Atp, vi è poi il successivo  passaggio che consisterebbe nell’acquisto dei diritti di un torneo o, in alternativa, nella creazione di una nuova licenza. L’impresa si presenta dunque affatto facile , nonostante l’ottimismo manifestato da Luiz Carvalho, direttore dell’evento. “ E’ un progetto lungo, possiamo impiegarci anche cinque anni. Possiamo partire con il cambio di superficie e sorprendere così tutti. Sappiamo che è difficile entrare nel club dei grandi tornei, ma abbiamo la volontà di farlo”. Al momento però, sembra improbabile che il torneo di Rio possa assurgere al livello di Master 1000. Difficile è pensare che , in questo caso, inevitabilmente dovrebbe essere sacrificato uno dei tornei in terra. Nonostante i notevoli sforzi che i dirigenti brasiliani sono intenzionati a fare, sembra assai  improbabile che uno tra i tornei di Monte Carlo, Madrid e Roma possa essere scalzato dal ruolo che, non solo uno status consolidato da anni, ma  anche la tradizione ha ormai loro assegnato.

Piera Camerlingo

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