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Dopo la maratona epica persa contro Carlos Alcaraz nella finale del Roland Garros, Jannik Sinner ha scelto il luogo più familiare e autentico per ritrovare un po’ di pace: la sua Sesto Pusteria, piccolo comune altoatesino dove è nato e dove vivono ancora i suoi genitori. Un rientro silenzioso, fatto di gesti semplici e quotidiani, lontano dai riflettori del tennis internazionale.
Il ritorno a casa dopo la delusione di Parigi
“Non dormirò molto bene stanotte, perdere così fa malissimo”, aveva confessato Sinner subito dopo il match durato oltre cinque ore, in cui ha sprecato anche tre match point. Ma, come sempre, il fuoriclasse azzurro ha mostrato equilibrio e determinazione: “Mentre giochi, non pensi alle chance avute. Ho provato a cancellare tutto e a ripartire”, ha aggiunto.
E per ripartire, nulla di meglio che il calore della famiglia. “Ho voglia di tornare a casa e stare un po’ con i miei genitori, il loro affetto mi aiuterà a rialzarmi”, aveva detto subito dopo la sconfitta. Promessa mantenuta. Jannik è tornato per qualche giorno nella sua terra, cercando conforto nelle cose semplici e genuine.
La Panda, il gatto e la normalità di un campione
A raccontare alcuni dettagli di questo ritorno è stato Thomas Summerer, sindaco di Sesto Pusteria, intervistato da Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. Con affetto e un pizzico di orgoglio, ha dipinto l’immagine di un ragazzo rimasto legato alle sue radici. “L’ultima volta che ci siamo incontrati, lui girava con la Panda della mamma per portare il suo gatto dal veterinario a San Candido”, ha raccontato il primo cittadino. Il nome dell’animale resta ignoto, ma “è un bel maschione”, ha aggiunto sorridendo.
Una scena che stride con la solennità del numero uno del mondo ma che, proprio per questo, conferma quanto Sinner sia rimasto sé stesso. Nessuna auto di lusso, nessuna scorta. Solo un giovane di 23 anni che, dopo aver incantato il mondo sulla terra rossa, si prende cura del suo gatto a bordo della macchina di famiglia.
Una pensione di famiglia e i fan sotto casa
Il legame con la sua comunità resta fortissimo. I genitori di Sinner gestiscono ancora una pensione nel paese, e accanto si trova la casa dove Jannik soggiorna ogni volta che può. “Fuori c’è sempre gente che spera di incontrarlo e farsi una foto insieme”, ha raccontato il sindaco, confermando quanto la presenza dell’atleta sia ancora vissuta con entusiasmo e affetto da parte dei compaesani.
Un futuro tributo a un campione senza tempo
Sebbene la carriera di Sinner sia ancora agli inizi e il meglio debba probabilmente arrivare, Sesto Pusteria pensa già a come omaggiare in futuro il suo cittadino più illustre. “Vorrei dedicargli una via o una piazza, anche se immagino dovremmo aspettare almeno che lui smetta di giocare”, ha dichiarato Summerer. L’idea di una statua è stata evocata più volte: un simbolo eterno, scolpito nella pietra, per celebrare chi ha portato il nome del paese in cima al mondo.
Mentre i tifosi aspettano il suo ritorno in campo, Jannik Sinner si gode qualche momento di tranquillità nel suo angolo di mondo. Perché anche un campione ha bisogno, ogni tanto, di risalire sulla Panda della mamma e tornare a casa.
