La della Duma di Stato, camera dell’assemblea federale russa, ha registrato un picco di domanda di meldonium dopo l’ormai celebre caso di Maria Sharapova, che ha fallito un test antidoping proprio per avere assunto questa sostanza. “Eravamo soliti ordinare solo una scatola alla volta di questo medicinale, ma ora sembra proprio che non riusciamo a fornirne abbastanza“, ha detto un impiegato non identificato della farmacia del parlamento, che ha descritto questa domanda come un acquisto compulsivo.
L’annuncio di Sharapova della sua positività in un controllo agli Australian Open ha avuto l’effetto di “una pubblicità incredibile per il meldonium“. La russa, nella conferenza stampa in cui ha dato la notizia, ha raccontato di aver preso questo farmaco per dieci anni per motivi di salute. Ma la federazione internazionale e a WTA hanno dichiarato che la ex numero 1 del mondo era stata ripetutamente avvisata l’anno scorso che il meldonium sarebbe entrato, dal 2016, nella lista delle sostanze proibite.
Il meldonium, che è prodotto in Lettonia, è diffuso in Russia e in altre ex repubbliche sovietiche per trattare diverse condizioni, tra cui dolore toracico, disturbi cardiaci e diabete. Un normale periodo di trattamento per il farmaco va dalle quattro alle sei settimane, secondo il produttore. Non è stato approvato dalla “Food and Drug Administration” negli Stati Uniti, e non ha la licenza per essere venduto in Gran Bretagna. Solitamente i clienti della farmacia della duma lo acquistano per risolvere problemi di cuore e vascolari, e per prevenire gli ictus, sempre secondo l’impiegato.
La WADA però ha dichiarato con un comunicato del 7 Marzo che “Il meldonium è stato aggiunto alla lista delle sostanze proibite poiché è stato provato che gli atleti lo assumono con l’intenzione di migliorare le proprie prestazioni“.
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