Mats Wilander: “Juan Martin Del Potro è tatticamente inferiore ai più forti”

DELRAY BEACH, FLORIDA, 24FEB2013, ATP CHAMPIONS TOUR CHAMPIONS STAR AND HALL OF FAMER MATS WILANDER SHOWS THE UNIQUE RING HE RECEIVED DURING A CENTER COURT CEREMONY AT DELRAY BEACH INTERNATIONAL TENNIS CHAMPIONSHIPS.

Mats Wilander ha criticato le scelte tattiche adottate da Juan Martin Del Potro durante la recente finale degli UsOpen vinta da Novak Djokovic in tre set.

Palito e Nole durante la premiazione

“Il secondo set era fondamentale per Del Potro, nel primo avrebbe potuto iniziare meglio ma Djokovic mi è sembrato più preparato tatticamente. Il gioco dell’argentino si basa sull’attesa di poter colpire di diritto, molto dipende dalla sua prima di servizio, penso sarebbe dovuto scendere a rete più spesso. Novak è abituato a rispondere al suo servizio, è un giocatore più completo e alla lunga vincerà sempre questa sfida. Invecchiando diventi tatticamente più accorto, capisci quando devi andar a rete a prender il punto e Djokovic l’ha fatto.”

Secondo Wilander tatticamente l’argentino è inferiore ai big della classe.

“Il suo gioco non è efficace contro i tennisti più forti e lo ha dimostrato ancora una volta. Non è un discorso di mentalità, quella non gli manca ma tatticamente non riesce a sorprendere gli avversari incentrando il suo gioco solo su un colpo.”

Il conduttore di “Game Schetts e Mats”  ha parlato anche di Rafael Nadal che proprio in semifinale ha dovuto cedere il passo all’argentino ritirandosi per un infortunio.

“Ha pagato i turni precedenti, il durissimo match con Kachanov, il set ceduto a Basilashvili e infine la maratona durissima contro Thiem. Nonostante i  due giorni di riposo, il suo fisico non poteva recuperare un match finito oltre le 2 di notte. Il primo giorno di riposo è ininfluente perché non puoi dormire dalle 6 di mattina alle 3 del pomeriggio. Le sue ginocchia hanno pagato questi sforzi e si è visto dall’inizio della semifinale che era in difficoltà. Non lo scopriamo ora che i campi in cemento non giovano alle articolazioni e uno giocatore come Rafa Nadal, con quel tipo di gioco paga ancora di più lunghi sforzi su questi tipi di superficie.”

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