Una carriera leggendaria tra doppio, erba e record
Nicolas Mahut ha annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico al termine della stagione 2025. A 43 anni, il veterano francese ha deciso di concludere una carriera straordinaria, segnata da successi memorabili in doppio, un’ottima tenuta in singolare e un posto indelebile nella storia del tennis.
Lo ha dichiarato apertamente durante un’intervista nella trasmissione Retour Gagnant su Eurosport Francia: “Ho deciso di interrompere la mia carriera. Resta da vedere quando, a Bercy o agli US Open. Se il mio corpo me lo permetterà e se sarò invitato, vorrei finire a Parigi”. La speranza, dunque, è di potersi congedare definitivamente davanti al pubblico di casa nel Masters 1000 di Parigi-Bercy, in programma a novembre.
L’infortunio e il ritorno a Bordeaux con Herbert
Negli ultimi mesi, Mahut è stato costretto ai box da un’ernia del disco che lo ha tenuto lontano dal circuito, impedendogli anche di scendere in campo dopo l’edizione 2024 di Wimbledon. “Ho avuto difficoltà a tornare – ha ammesso – e il mio infortunio mi ha tenuto lontano dai campi per più tempo di quanto pensassi. È stata una decisione abbastanza facile da prendere”.
Prima dell’addio definitivo, tornerà a giocare nel Challenger di Bordeaux, dove ritroverà il campo in coppia con il suo storico compagno di doppio Pierre-Hugues Herbert. Il duo francese ha scritto pagine importanti del tennis, vincendo insieme tutti e quattro i tornei del Grande Slam in doppio – US Open 2015, Wimbledon 2016, Roland Garros 2018 e 2021, Australian Open 2019 – oltre a due ATP Finals (2019 e 2021) e una Coppa Davis con la Francia. In totale, i due hanno conquistato 20 titoli insieme, diventando uno dei binomi più vincenti e affiatati del doppio moderno.
Una carriera solida anche in singolare
Anche se il suo nome è legato principalmente al doppio, Mahut ha avuto buoni risultati in singolare, raggiungendo la sua miglior posizione nel ranking ATP nel 2014, quando si è issato fino al numero 37 del mondo. I suoi quattro titoli ATP, tutti vinti sull’erba – tre a ‘s-Hertogenbosch e uno a Newport – testimoniano la sua predilezione per le superfici veloci.
Ma più di ogni trofeo, Mahut resterà nella memoria collettiva per un’impresa che trascende il risultato: il match più lungo della storia del tennis, disputato contro John Isner al primo turno di Wimbledon 2010. La partita durò complessivamente 11 ore e 5 minuti, spalmate su tre giorni, e si concluse con il punteggio epico di 6-4, 3-6, 6-7, 7-6, 70-68 per l’americano. Il quinto set, in particolare, fu un maratona da 8 ore e 11 minuti. Un record probabilmente imbattibile, oggi reso ancora più irripetibile dalle nuove regole del tie-break finale nei tornei dello Slam.
Un addio dal sapore speciale
Dopo oltre vent’anni nel circuito, Mahut ha scelto di non lasciare il tennis in silenzio, ma di farlo sul campo, con dignità e passione, proprio come ha vissuto tutta la sua carriera. L’obiettivo è chiaro: resistere fisicamente fino a Parigi-Bercy, per salutare i tifosi francesi là dove tutto è cominciato, e chiudere il cerchio in una delle arene più iconiche del tennis europeo.
Con o senza trofei nell’ultima stagione, Nicolas Mahut lascia un’eredità preziosa fatta di tecnica, perseveranza e un amore incondizionato per questo sport. E se davvero riuscirà a dire addio a Bercy, sarà il congedo perfetto per un campione che ha sempre messo il cuore oltre la rete.