Pat Cash: “Nadal dovrebbe smettere di lamentarsi”

Dopo giorni di dubbi e perplessità, il n. 1 del mondo Rafa Nadal ha finalmente deciso di essere presente alle Atp World Tour Finals di Londra, dopo il ritiro dopo i quarti di finale al Master 1000 di Parigi-Bercy per un problema al ginocchio. La sua decisione di provare a vincere l’unico grande trofeo che manca nella sua eccezionale bacheca ha fatto fare un sospiro di sollievo a molti fan e addetti ai lavori, ma ha destato qualche perplessità. L’ex campione australiano Pat Cash, vincitore di Wimbledon 1987, che ora allena la statunitense Coco Vandeweghe, non è convinto che Nadal possa fare bene alla O2 Arena di Londra, dove esordirà lunedì contro il belga David Goffin: “Mi chiedo quante partite riuscirà a completare nel Round Robin. Lui stesso ha ammesso che negli allenamenti non si sente minimamente vicino al 100% della sua condizione ed è molto significativo se detto da uno per cui ogni palla è fondamentale”, ha dichiarato l’ex tennista di Melbourne in un’intervista al The Sunday Times.

Le dichiarazioni più interessanti dell’ex n. 4 al mondo arrivano dopo, con una piccola frecciatina allo spagnolo e alla sua mancata vittoria nell’ultimo torneo dell’anno, dove è arrivato in finale in due occasioni, nel 2010 e nel 2013:

“Ho sentito troppe volte Nadal lamentarsi sul fatto che non gli è mai stata data una vera occasione di vincere le Atp Finals perché si sono sempre giocate sul cemento indoor. Io credo che debba essere così, anche perché cambiare superficie sarebbe ingiusto nei confronti degli altri sette giocatori in campo che giocano sul duro sin da prima degli Us Open”, ha osservato Cash. “Non mi pare corretto cambiare superficie senza dare un tempo ragionevole ai giocatori per adattarsi al campo. Al giorno d’oggi gli infortuni durante i tornei sono molto frequenti e credo che molti tennisti si farebbero male se tornassero a giocare sulla terra rossa per una sola settimana”. Il campione di Melbourne rincara la dose: “Io apprezzo tanto Rafa per tutti i suoi risultati, ma non posso fare a meno di pensare che, dopo il suo ritiro, ci sarà una grande differenza (“gap”) nel suo rendimento [fra i risultati indoor e nelle altre superfici, N.d.R.].

“Giocare tornei indoor richiede una grandissima concentrazione, quando sei dentro non sai nemmeno se fuori è giorno o notte: certo, può essere snervante, quasi tutti preferiscono giocare all’aria aperta. Però si può fare. Ad esempio Borg ha vinto il Masters due volte [nel 1979 e nel 1980], quando si giocava sul tappeto del Madison Square Garden di New York. Io ci ho giocato qualche anno più tardi, e vi posso garantire che la palla schizzava via”.

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