“Come potrete leggere attraverso i media, oggi è un giorno felice per me per il mio team e i miei tifosi. La giustizia francese ha riconosciuto la mia onestà e integrità in quanto atleta. Ringrazio quanti hanno creduto in me e mi hanno sostenuto in questa vicenda. Come annunciato, l’importo della condanna sarà devoluto a una Ong francese”. La reazione di Rafa Nadal alla notizia della condanna per diffamazione emessa dal Tribunale di Parigi ai danni dell’ex ministro allo sport francese Roselyne Bachelot, non si è fatta attendere. Poche righe ma eloquenti diffuse attraverso i profili social del tennista maiorchino che ha vinto la lunga battaglia legale con la Bachelot. La quale, nel marzo 2016, nel corso della trasmissione televisiva “Le grand 8” aveva affermato che l’assenza dai campi di Nadal non era dovuta a un infortunio ma alla positività dell’attuale numero 1 a un controllo antidoping. L’importo che l’ex ministro francese dovrà pagare può essere definito simbolico: 500 euro ai quali si sommano 10mila euro di risarcimento, a fronte dei 100 mila chiesti da Nadal. Ma la morale è un’altra: parlare a sproposito lanciando accuse prive di fondamento che ledono uno sportivo, creando anche un immane danno di immagine, è reato.
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