Roger Federer: “Se vincessi un torneo mio padre mi chiamerebbe per lamentarsi del mio rovescio…”

Prima di vincere 20 tornei del Grande Slam (e non solo), anche Roger Federer è stato un raccattapalle da giovane. “Amavo essere un raccattapalle. Lo facevo nel torneo della mia città natale, Basilea. Mi piaceva anche farlo al club regionale.” Ancora oggi Federer, alla fine delle edizioni del torneo di Basilea, che quest’anno avrebbe dovuto festeggiare il 50esimo anniversario, organizza una cena con tutti i “ball-boy” e tutte le “ball-girl”. “Ho sempre pensato che (fare il raccattapalle, ndr) fosse un fantastico modo di far parte degli ingranaggi di un evento o di un torneo. Amo il tennis, quindi non importa se devo correre per il campo e raccogliere una pallina o giocare una partita” ha continuato Roger. “Alla fine della fiera, è tutto parte dello stesso ecosistema”.

Lo svizzero ha poi raccontato qualche aneddoto di suo padre: “Mio padre è sempre stato fantastico. È onesto, come me e non trattiene i suoi sentimenti. Mi chiamerebbe dopo la vittoria di un torneo per chiedermi cosa c’è che non va nel mio rovescio, quando io sarei semplicemente contento della vittoria”. Federer ha poi aggiunto che suo padre lo ha sempre sfidato a far meglio e mentre lo portava a partite o allenamenti, gli dava molti consigli utili. Ad esempio quello di sfruttare al meglio gli allenamenti ai quali, Roger, che si è definito un tipo da partita, non dava il meglio di sé. Spesso suo padre gli diceva anche di non sprecare il suo tempo e di non farsi cacciare dagli allenamenti. “Ho imparato molto da mio padre e da mia madre. Sono dei genitori fantastici e ho ancora un grande rapporto con loro. Non potrei essere più felice.”

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