Andy Murray: “Voglio giocare tante partite, non penso a vincere il torneo”

L’ultima partita di Andy Murray nel circuito Challenger era datata 2005, ma questo pomeriggio il giocatore scozzese è tornato in campo nel circuito cadetto in occasione del primo turno del Rafa Nadal Open di Maiorca, torneo su terra battuta in corso sui campi dell’Academy del numero due del mondo.

Murray ha esordito contro il diciassettenne francese Imran Sibille, giocatore ancora privo di classifica Atp, lasciandogli appena un gioco; una vittoria sicuramente non prestigiosa, ma molto significativa per il morale dello scozzese che, a parte le recenti apparizioni nei tornei di doppio, non vinceva una partita ufficiale in singolare da gennaio. Al prossimo turno lo scozzese dovrà vedersela con un avversario di ben altro calibro, lo slovacco Norbert Gombos, terza testa di serie del torneo e n. 115 Atp.

L’obiettivo di Murray è quello di giocare il maggior numero di partite possibile, in modo da prepararsi al meglio, sia fisicamente che mentalmente, alle importanti sfide che lo attendono nell’ultima parte dell’anno; la programmazione dell’ex numero uno del mondo, infatti, prevede la partecipazione ai tornei di Zuhai, Pechino e Anversa.

“Non sto pensando a vincere il torneo”, ha dichiarato Murray. “Voglio solo giocare partite competitive contro avversari di qualità classificati tra i primi 100. Spero di avere l’opportunità di giocare contro alcuni di loro e mettermi alla prova”.

“Mi sento bene, sono arrivato qui presto per abituarmi alle condizioni di gioco; vedremo cosa succederà. Ero già stato all’Accademia di Rafa, tre anni fa prima delle Olimpiadi di Rio e un’altra volta per preparare la stagione sulla terra quando l’accademia non era ancora finita”.

“Non sono cambiate tante cose, soggiorniamo in un bell’albergo e anche la palestra è fantastica; hanno fatto un ottimo lavoro. Sarebbe bello vincere il torneo, ovviamente vuoi sempre dare il massimo in qualsiasi evento, ma per me la priorità è giocatore più partite possibili. Non ho giocato tanti singolari e non so come potrebbe reagire il corpo dopo tre o quattro partite, ma spero che vada tutto nel verso giusto”.

Pierluigi Serra

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