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Challenger Francavilla: finale tra un ritrovato Quinzi e Ruud

Per noi appassionati di tennis tricolore, che quotidianamente seguiamo i nostri migliori giovani nella speranza che un giorno uno di loro diventi quel tanto agognato top ten, sarà difficile dimenticarci questo sabato pomeriggio. Alle 16:30 di oggi infatti, dopo quasi 5 interminabili anni passati a vedere ogni sua singola partita in streaming, Gianluigi Quinzi, il ragazzo su cui puntavamo di più per via dei suoi brillanti risultati da junior, ha raggiunto la sua prima finale Challenger. Un traguardo piuttosto inaspettato, se si considera che veniva da un periodo di stop a causa dei soliti problemi fisici ed era riuscito ad entrare nel main draw solo grazie a una wild card. Il destino poi gli ha dato una mano, donandogli un tabellone più semplice del previsto: il qualificato De Loore all’esordio, il compagno di allenamenti Vanni al secondo turno e nei quarti Pellegrino, l’altra wild card del torneo. In semifinale ha regolato senza troppi problemi il coetaneo olandese Tallon Griekspoor, che pochi mesi fa superò a Rotterdam un certo Stan Wawrinka. 64 62 il punteggio finale, con GQ che, ad eccezione di un piccolo passaggio a vuoto patito nel momento di chiudere il primo set, è sempre stato in controllo, dimostrando una solidità notevole. Non era scontato vincere la sfida in maniera così netta perché l’avversario odierno sa giocare davvero un gran tennis, fatto di colpi potenti e molto puliti. Gianluigi ha alzato il livello rispetto al match precedente con Pellegrino dove, come spesso accade nei derby, ha commesso qualche errore di troppo, risultando meno preciso del solito. Il colpo con il quale ha fatto la differenza è stato il servizio, che adesso finalmente gli permette di ottenere tanti punti diretti, senza aver bisogno di fare gli straordinari in scambi lunghi ed estenuanti. Ora però c’è da abbattere un ultimo ostacolo prima del traguardo finale: il norvegese Casper Ruud (vittorioso oggi sul qualificato francese Hoang), classe ’98 e autentico specialista dei campi in terra battuta. L’unico precedente tra i due se l’è aggiudicato agevolmente il nostro portacolori, che nel 2016 su cemento indoor s’impose a casa del rivale nella finale di un Futures. L’augurio è che l’epilogo sia il medesimo e che l’eventuale successo possa restituire a “Gian” quella fiducia e quella serenità mostrate ai tempi d’oro e necessarie per esprimere a pieno tutte le sue potenzialità.

Giacomo Gitti

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