A Diego Schwartzman il premio Silver Olympyad

Diego Schwartzman

Attualmente, Diego Schwartzman ricopre la 26esima posizione del ranking. Senza ombra di dubbio ha disputato una stagione di rilievo, nella quale ha potuto mostrare tutto il suo valore. Le migliori prestazioni le ha realizzate ad Anversa, dove è stato finalista. E poi quando è arrivato al quarto turno degli Us Open. Il tennista argentino ha compiuto un deciso passo in avanti rispetto al 2016, soprattutto a livello mentale, in quanto ha rivelato di possedere la personalità necessaria per gestire al meglio i grandi appuntamenti del circuito. Di lui il suo allenatore ha detto: “Diego ha avuto una grande stagione, su questo non c’è dubbio. Dopo aver giocato i grandi tornei ha concluso anticipatamente l’anno, con il torneo di Parigi-Bercy. Di conseguenza, ha avuto più tempo per risposare. Gli ho detto che è molto importante a questi livelli trovare lo spazio per recuperare le energie. Aiuta a pianificare meglio gli obiettivi e a vedere tutto chiaro nella propria mente. Ora ci troviamo proprio in questa fase. Verso la fine dell’anno ci muoveremo verso l’Australia”. La cosa più difficile da gestire per un giocatore che arriva ai vertici della classifica è senz’altro la celebrità. Diego, a detta del suo allenatore, è stato abile a non cadere nel tranello e a mantenersi costantemente distaccato rispetto alla risonanza mediatica che hanno provocato, in particolare in Argentina, i suoi ultimi risultati: “Improvvisamente iniziano a comparire molte persone sconosciute intorno al giocatore, che offrono metodologie per mantenere il successo e quant’altro. E poi ci sono sempre nuovi impegni. In un contesto del genere è importante avere accanto un gruppo di lavoro molto solido, che possa consigliare e su cui fare totale affidamento”. E’ presumibile che il segreto per essere dei grandi giocatori è la volontà di rimanere con i piedi per terra, cercando di lavorare sempre con umiltà e con una buona dose di buon umore, come ha rivelato il tecnico di Schwartzman: “Prima dei grandi tornei abbiamo una routine. La sera prima del match vado sempre nella sua stanza e prepariamo la tattica da adottare in partita. Nei momenti in cui inizio a parlare lui ride. Ogni volta devo sottolineargli che sto facendo sul serio, ma non riesce mai a fermarsi. Devo sempre dagli un po’ di tempo”.

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