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A Phoenix è arrivata un’altra dura sconfitta, ora per Matteo Berrettini il riscatto passa da Miami

Con la sconfitta con Alexander Shevchenko ai quarti di finale del Challenger 175 di Phoenix continua la crisi di Matteo Berrettini. Anzi, forse, si fa ancora più profonda. L’azzurro dopo l’eliminazione all’esordio nel Masters 1000 di Indian Wells aveva infatti ottenuto una wild card per il torneo che si disputa in Arizona, e si presentava sì in un main draw con una partecipazione che vale più di un Challenger, ma con un tabellone che si faceva progressivamente sempre più abbordabile, e da testa di serie numero 1.

Al primo turno Berrettini aveva “evitato” il pericolo Ivashka, con il bielorusso che ritiratosi prima del match era stato sostituito dal lucky loser Mattia Bellucci. Vittoria 6-4 6-4 per il romano, poi un secondo turno, con l’australiano Vukic, superato ma giocato tutt’altro che bene. Infine come detto la sconfitta con Shevchenko, questa settimana numero 101 del ranking, in tre set, 6-4 3-6 6-3, con tanto di sfogo urlato durante la partita, esemplificativo del momento che sta vivendo Matteo: “Toglietemi dal campo, vi prego, sono inguardabile!”. Va detto che il 22enne russo ha poi vinto il torneo, e l’ha fatto battendo giocatori come Monfils, Huesler e Halys. Detto questo però, ci si aspettava da Berrettini, ex top 10 e tennista di status consolidato, da vertici, e sempre temuto dai primi giocatori del mondo, che potesse venire a capo di questo match, anche magari faticando tremendamente, come è normale in un percorso di ripresa.

Arrivare in fondo in Arizona sarebbe stato un buon punto di partenza per riconquistare una sufficiente fiducia per ri-scalare qualche posizione in classifica e presentarsi in forma migliore ai prossimi appuntamenti, quelli più prestigiosi. Così non è stato, e ora per Berrettini c’è Miami. In Florida avrà un bye al primo turno, questo vuol dire che entrerà in gara nella giornata di venerdì o in quella di sabato, e per allora, tra allenamenti e un po’ di fortuna nel tabellone (esordirà con Galan o McDonald), dovrà sperare, pensando un match alla volta, di racimolare qualche vittoria.

La motivazione di Matteo è sempre la stessa, e con quel servizio, quel dritto, un tocco di tutto rispetto e un back di rovescio che fa invidia a larga parte del circuito, se sta bene non esistono motivi per cui non possa uscire da questo periodo negativo, e regalarsi altri importanti risultati nei più grandi tornei. La classifica, poi, sarà una conseguenza. D’altronde, il primo tennista italiano di sempre a raggiungere almeno i quarti di finale in tutti e quattro i tornei dello Slam, l’unico insieme a Jannik Sinner, si chiama Matteo Berrettini.

Jacopo Canonico

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