Djokovic, Federer e Nadal

Innanzitutto subito una doverosa premessa, altrimenti i tifosi (più o meno) sfegatati dei tre passano direttamente alla sezione commenti e iniziano ad inveire: nel titolo i magnifici 3 sono messi in ordine alfabetico e senza alcuna intenzione di preferenze da parte nostra.

D’accordo o meno che siate su questo punto, passiamo oltre. Siamo in piena off-season, ovvero il momento della stagione in cui rievocare il recente passato dà la – corretta – sensazione di già scritto (e già letto) e anticipare il prossimo futuro richiede doti divinatorie non comuni. E allora che fare? Lasciare che la home-page del sito invecchi insieme ai suoi articoli o inventarsi qualcosa?

Tanto per andare sul sicuro, il sito spagnolo www.puntodebreak.com ha ripreso ed elaborato un pezzo apparso sulla versione web della popolarissima rivista free Metro, distribuita nel Regno Unito. In questo articolo sono stati presi in esame i major conquistati dai tre migliori tennisti degli ultimi tre lustri con il preciso intento di stabilirne le difficoltà e dunque stilare una graduatoria, dai più difficili ai più facili. Per fare ciò, George Bellshaw, prendendo spunto dalle parole di Toni Nadal all’indomani degli US Open appena conquistati dal nipote Rafael e dalle quali traspariva la consapevolezza che si fosse trattato di un trionfo ridimensionato dalla scarsa qualità degli avversari affrontati, ha stabilito un certo numero (4) di parametri attraverso i quali ha assegnato un punteggio a ciascun slam conquistato dai tre tennisti in oggetto.

I parametri, brevemente, sono: il ranking medio degli avversari affrontati, il numero di volte in cui hanno battuto uno degli altri tre (in questa classifica è stato incluso anche Murray, poi stranamente escluso dal conteggio), il numero di Top-10 sconfitti e il numero di vincitori di slam sconfitti.

Tutto questo avrebbe dovuto aiutare l’annosa ricerca del Santo Graal, ovvero chi sia il migliore dei tre, e l’esito è stato il seguente (tra parentesi il punteggio fatto registrare). I cinque slam più facili sono, nell’ordine, quelli di Nadal al Roland Garros 2010 (1,5), Nadal agli US Open 2017 (3), Federer agli Australian Open 2006 (3,5), Federer a Wimbledon 2003 (4,5) e di nuovo Federer a Wimbledon 2004 (5). I più difficili invece sono stati: Nadal al Roland Garros 2007 (12), Djokovic agli Australian Open 2011 (11,5), Federer a Wimbledon 2007 (11), Federer a Wimbledon 2012 (11) e Nadal al Roland Garros 2006 (11).

Ora, ribadito che ogni tentativo di stabilire valori assoluti tra giocatori di diversa età – e che quindi hanno avuto un percorso sportivo inevitabilmente diverso – presta il fianco ad incongruenze più o meno palesi, questo appare fin troppo semplificato e proviamo a spiegarne i motivi.

Innanzitutto, come detto, c’è il fattore età. Federer ha cinque anni in più di Nadal e sei in più di Djokovic; questo, almeno nei suoi anni di maggior fulgore (il triennio 2004-2006), si traduce in una ridotta possibilità di accumulare punti dato che, negli slam vinti in quel periodo (così come a Wimbledon nel 2003) Nadal e Djokovic o non c’erano o erano assai poco competitivi in quanto decisamente giovani e quindi a inizio carriera (Nadal, che in realtà ha iniziato la sua striscia di major al Roland Garros 2005, lo era in principio soprattutto sulla terra rossa). In questo senso, non è un caso che i “peggiori” slam di Roger siano concentrati tra il 2003 e il 2006.

Poi, sarebbe il caso di esaminare i punti attribuiti alle vittorie conseguite sui Grand Slam Winners. In primo luogo perché a questa categoria appartengono tennisti di assai diverso valore specifico (mi spiego con un esempio: battere Thomas Johansson o Albert Costa, con tutto il rispetto che meritano lo svedese e lo spagnolo, non può essere messo sullo stesso piano di una vittoria su Agassi) e, non da ultimo, perché occorre stabilire se l’appartenenza alla nobiltà tennistica sia retroattiva o cominci dal momento in cui avviene l’episodio discriminante. In altre parole: Stan Wawrinka, sempre per ricorrere ad esempi, deve essere considerato uno Slam Winner anche prima degli Australian Open 2014 o solo dal quel momento in poi?

Questo perché, tornando al tentativo di Bellshaw, se come Slam Winners intendiamo solo coloro che lo sono effettivamente da quando hanno vinto il primo major in carriera, ecco che la leadership di Nadal nella graduatoria degli slam più difficili viene meno in quanto i suoi 12 punti sarebbero in realtà 10 (Del Potro e Djokovic, all’epoca, erano ancora a secco di slam) e quindi l’impresa dell’iberico sarebbe inferiore di mezzo punto a quella registrata da Djokovic a Melbourne 2011 (a cui abbiamo tolto il punto ottenuto grazie alla vittoria su Murray).

Infine, per aprire una prospettiva che esuli almeno in parte dai semplici calcoli matematici, sarebbe il caso di mettere come discriminante anche la superficie in quanto battere Sampras sull’erba non può avere lo stesso valore che farlo sulla terra, così come lo sarebbe al contrario per Kuerten o Muster (in questo caso abbiamo preso in considerazione giocatori che non rientrano nel discorso specifico).

Quanto agli slam più facili, beh in questo caso il parametro decisamente meno obbiettivo è quello del ranking medio degli avversari affrontati e che, sempre secondo l’autore del pezzo, non assegnerebbe punti nel caso in cui lo stesso sia superiore a 100. Questo perché, evidentemente, se (come successe a Nadal a Parigi nel 2010 che pescò al primo turno la wild-card Mina, in tabellone da n°655 ATP, o a Federer a Wimbledon 2004 che nei primi tre turni sconfisse nell’ordine Bogdanovic n°295, Falla n°138 e Johansson n°123) ti capitano partite contro rivali troppo in basso nel ranking diventa quasi impossibile compensarle negli ultimi turni.

In conclusione, con buona pace di chi cerca spiegazioni facili a quesiti complicati, ci toccherà attendere almeno la fine delle rispettive carriere di Djokovic, Federer e Nadal (sempre in ordine alfabetico, sia chiaro) per fare qualche calcolo su chi dei tre sia stato il migliore. E nemmeno allora, ahinoi, riusciremo a darci una risposta del tutto esaustiva.

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