“L’intero sistema andrebbe ripensato: c’è troppa disparità di trattamento economico tra i primi 50 del mondo e il resto del circuito”: è questo il pensiero di Andrea Arnaboldi nell’intervista pubblicata oggi da La Gazzetta dello Sport. Il numero 282 del mondo si è detto favorevole all’iniziativa che qualche giorno fa Novak Djokovic ha esternato al mondo intero, ma aggiunge anche che servirebbe maggiore unione da tutto il movimento.
Il milanese ha spiegato come un tennista non di primo livello fatichi a riuscire a sopravvivere economicamente: parlando a livello di Challenger un giocatore spende circa 25000 euro ogni stagione per lo staff che lo accompagna, oltre a diverse varie spese per viaggi, incordature ed eventuali spese mediche.
Arnaboldi si augura che questa emergenza possa far finalmente aprire gli occhi a tutti di fronte a questo problema: serve unione di intenti per risolvere una volta per tutte questa crisi economica dei tennisti di medio-basso livello.
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