A quasi nove mesi dalla tristissima conferenza stampa di Melbourne, in cui Andy Murray sembrava ormai rassegnato e sconfortato a causa dell’infortunio all’anca, oggi c’è probabilmente una luce in fondo al tunnel. Non sarà facile raggiungere l’obiettivo, ma ci sono dei buoni propositi per farlo.
Il ritorno del britannico non è stato dei migliori, ma era prevedibile dopo un’operazione così impegnativa e un periodo di pausa relativamente breve. Andy sa che al momento il suo livello non è al massimo, ed è per questo che sta cercando di disputare vari tornei, sia ATP che Challenger.
Il britannico pochi giorni fa ha infatti accettato una wild card per l’ATP Masters 1000 di Shanghai, che si giocherà dal 6 al 13 ottobre, con la speranza di riuscire a disputare più match.
In una recente intervista, Murray ha dichiarato di voler tornare a giocare uno slam direttamente dai prossimi Australian Open, ma valuterà in base alla sua condizione fisica: “Non voglio scendere in campo contro uno dei Big e sentirmi senza alcuna possibilità di vincere. Se giocassimo domani, è così che mi sentirei. In Australia a inizio anno mi sono allenato con Novak e nonostante fosse solamente un allenamento l’ho trovato molto difficile, non mi sentivo bene. Se giocherò contro di loro sentendo di avere anche solo una piccola speranza, allora mi divertirò, in caso contrario, senza sentirmi competitivo o potermi esaltare, non me la godrei”.
Riflessione estremamente lucida di Murray, che sa bene che ritornare senza poter competere alla pari contro Nadal, Federer e Djokovic non avrebbe più senso. Sarebbe un male specialmente per Andy, che dopo una splendida carriera non meriterebbe di faticare anche nei tornei minori contro avversari che un tempo avrebbe battuto agilmente.
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Murray, l’uomo da Coppa Davis per eccellenza, confessa di avere qualche dubbio sul nuovo format della Coppa Davis, ma è comunque disposto a giocarla per il bene della sua nazione: “Se Leon Smith mi chiederà di giocare il doppio io accetterò, ma ovviamente vorrei giocare in singolo, è per questo che mi sto allenando. L’atmosfera con gli altri ragazzi e con tutta la squadra mi piace. Sono curioso di vedere come andrà con questo nuovo format. La Davis tradizionale aveva sicuramente qualche problema, ma ho adorato tanti match e soprattutto l’atmosfera, una delle migliori in cui io abbia mai giocato”.
In questi giorni Murray dovrà prendere un’altra decisione importante, ovvero se giocare o no l’ATP Cup, il nuovo torneo a squadre dell’ATP che si disputa in Australia dal 3 al 12 gennaio. Se lo scozzese utilizzasse il suo ranking protetto, garantirebbe alla sua squadra di partecipare e sarebbe anche il numero uno di Gran Bretagna, ma tutto ciò potrebbe compromettere la sua preparazione per gli Australian Open. Anche in questa circostanza, Murray ha analizzato nel migliore dei modi la situazione: “Se dovessi pensare solo a me stesso, potrei iscrivermi al torneo, giocare come numero uno della squadra e giocare tre match, il che sarebbe ottimo, ma non è così che funzionano le competizioni a squadra. Bisogna pensare al bene della squadra e a come vincere. Ho parlato con alcuni giocatori inglesi e gli ho detto che se non giocherò non parteciperò all’ATP Cup”.