ATP Bercy: Andy Murray soffre ma inaugura il numero 1 con il trionfo. Si arrende al terzo John Isner

 

 

Andy Murray trionfa ancora: nella finale del Master 1000 di Parigi-Bercy, il nero numero 1 del mondo ha sconfitto al termine di un match lottato e più interessante del previsto il bombardiere John Isner,

[2]A.Murray b. J.Isner 6-3 46-7(4) 6-4

MURRAY NON SI FERMA PIU’- Vincere aiuta a vincere, come si suol dire. E non può che confermare questa teoria il 2016 di Andy Murray, che, in quella che è la senza ombra di dubbio la migliore stagione della sua carriera, non sembra volersi più fermare. Lo scozzese, che da domani spodesterà Novak Djokovic dal trono del tennis mondiale, continua a macinare successi su successi, a mostrare una condizione psicofisica invidiabile e, soprattutto, una fiducia mai vista da parte sua, conquistando, così, anche il titolo di Parigi Bercy, per la prima volta nella sua carriera. Questo è per lui l’ottavo alloro della stagione, che gli permette di staccare Djokovic, a sette vittorie, 365 giorni dopo la sconfitta in finale proprio contro il serbo: i numeri, d’altronde, non mentono. La finale del Master 1000 di Bercy è solo l’ultima, lampante dimostrazione di quanto questa versione di Andy non abbia rivali: troppo grande la sua sicurezza, la sua solidità, il suo strapotere fisico per la maggior parte dei suoi rivali. Si è dovuto arrendere, alla fine, anche John Isner, ultimo della lunga lista dei giocatori che non hanno potuto nulla di fronte al britannico.

Lo statunitense nella capitale francese ha disputato di gran lunga il migliore torneo della sua complicata stagione, tornando a fare davvero paura ai top player grazie al suo poderoso servizio ma, soprattutto, grazie ad un’efficacia da fondo campo che ricorda i tempi migliori. Lucido tatticamente, impeccabile in battuta e aggressivo dietro la linea di fondo, “Long John” è riuscito a dare del filo da torcere al più blasonato rivale, facendosi in più occasioni pericoloso in risposta e ostico da domare. Con una freddezza impensabile fino a qualche anno fa nei momenti clou, però, Murray è riuscito, mantenendo anche i nervi saldi, a sventare praticamente sempre il pericolo, per poi scardinare, dal canto suo, il bombardiere americano. Alla fine, a fare la differenza è stata proprio la capacità del britannico di tirare fuori il meglio quando davvero contava e, al contrario, qualche esitazione di troppo di Isner verso la fine del match, quando la tensione si faceva sempre maggiore.

MURRAY CONQUISTA IL PRIMO SET- E’ un Isner centrato quello che scende in campo, di fronte all’impresa praticamente impossibile di sconfiggere per la prima volta Andy Murray, dopo sette tentativi consecutivi falliti. L’americano parte immediatamente con il braccio caldo in battuta, mantenendo percentuali impressionanti sia di prime palle in campo, che di punti trasformati con la prima; dal canto suo, però, lo scozzese non cede un millimetro, recuperando praticamente ogni palla e non concedendo alcun gratuito. Il primo momento di tensione arriva sul 2 pari, quando l’americano si issa sul 30 pari in risposta. Nel momento di concretizzare, però, John non sfrutta una semplice volée, e paga immediatamente il proprio errore: poco dopo, infatti, subisce un pesante passaggio a vuoto, commettendo prima un sanguinoso doppio fallo e poi un gratuito di rovescio che regalano a Murray il primo break dell’incontro. A questo punto per lo scozzese, che difende egregiamente il proprio vantaggio, si tratta solo di una formalità archiviare la prima frazione, con il netto punteggio di 6-3.

ISNER REAGISCE E SI AGGIUDICA IL TIE-BREAK- Lo scontro, però, è tutt’altro che finito. Come ha dimostrato per tutta la settimana, infatti, John Isner non vuole certo arrendersi, e in avvio di secondo parziale tenta di scuotersi e di reagire. Dopo i primi giochi tenuti agevolmente da entrambi, nel settimo game, in vantaggio per 4-3, l’americano trova tre grandi colpi e mette il rivale in grande difficoltà, guadagnandosi ben tre chance consecutive di scardinargli la battuta. In svantaggio per 0-40, tuttavia, il neo numero 1 del ranking dimostra il perché di tutti i suoi successi e degli straordinari progressi. Con le spalle al muro, consapevole che un break significherebbe probabilmente di dover cedere l’intero set, lo scozzese alza l’asticella dell’attenzione e annulla tutte e tre le palle break con il servizio, anche con un ace di seconda, per poi sventare un’ulteriore chance e rispedire al mittente l’assalto.

Nonostante la possibilità mancata, Isner non trema e continua a mantenere la battuta. La logica e più giusta conclusione, dunque, non può che essere il tie-break. Qui, stranamente, è ancora “Muzza” a fare la differenza, ma questa volta in negativo: il britannico infatti regala il sesto punto con un gravissimo doppio fallo, e il suo avversario non si fa pregare chiudendo il parziale con il punteggio di 7-4, ovviamente (serve dirlo?) con l’ace finale.

TRIONFA IL PIU’ FORTE- Ed è dunque la frazione decisiva a decidere il match e il torneo. Lo sforzo per pareggiare i conti, però, pregiudica fin dall’inizio la già difficile sfida di Isner, costretto a chiamare il fisioterapista per un problema al ginocchio dopo il terzo game. E’ lui il primo a piombare in difficoltà in battuta, quando, prima nel secondo e poi nel quarto gioco, deve fronteggiare due pericolose palle break. Ancora una volta tuttavia il bombardiere tira fuori l’orgoglio e si salva. L’inerzia però è ormai dalla parte del tennista più forte, e l’allungo è solo una questione di tempo: in vantaggio per 5-4, Andy attacca a rete e poi approfitta di un doppio fallo del rivale per volare sullo 0-30. John tenta un’ultima reazione pareggiando sul 30 pari, ma con due pessimi attacchi sul rovescio del britannico lascia strada libera per due implacabili passanti, che regalano al numero 1 il trionfo.

OTTAVO TITOLO DEL 2016- Non saranno all’altezza di quelli dei principali tre rivali, ma adesso anche i numeri di Andy Murray cominciano ad impressionare. Dal mese di Maggio, e in particolare dopo la finale del Roland Garros che sembrava sancire il definitivo dominio di Novak Djokovic, lo scozzese ha raggiunto 11 finali su 12 tornei; questo è l’ottavo successo della sua stagione, il numero 43 in carriera, e la vittoria odierna è la diciannovesima consecutiva dalla sconfitta nei quarti agli Us Open contro Nishikori. Insomma, un dominio ormai indiscusso. La stagione, però, non è ancora finita: ora nel mirino l’inglese ha sicuramente il primo titolo al Master di Londra, dove, pur non avendo mai brillato, arriva senza dubbio come il grande favorito.

Termina così, invece, il 2016 di John Isner, decisamente riscattato da questo ultimo evento. Nonostante la sconfitta, infatti, lo statunitense si è garantito la possibilità di chiudere l’anno in top 20 e il primato statunitense.

I risultati:

[2]A.Murray b. J.Isner 6-3 6-7(4) 6-4

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