ATP Finals, quante chances per Matteo Berrettini?

Matteo Berrettini è il nuovo principino del tennis azzurro, il campione che per anni abbiamo anelato senza successo e tante illusioni. Il tennista romano dopo la semifinale allo Us Open e la top ten (ora è n.8 del mondo), ha centrato anche il traguardo delle ATP Finals, quarant’anni dopo Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, gli unici italiani a riuscirci prima di Matteo.

L’Italia però non ha mai portato a casa una vittoria nel Master dei grandi, in un’intervista di qualche giorno fa Panatta confessò di essere stato fermato da un attacco di emorroidi, speriamo Matteo che l’Adriano nazionale ha eletto come suo erede, abbia maggiore fortuna.

UN GIRONE DI FUOCO Fortuna che non ha avuto però nei sorteggi, capitato con Dominic Thiem ma soprattutto con Roger Federer e Novak Djokovic nel girone “Borg”. L’altro girone (che porta il nome di “Agassi”) presenta l’incognita Rafa Nadal che deciderà solo venerdì se giocare o meno, al suo posto entrerebbe Roberto Bautista-Agut.

Le ATP Finals sono organizzate sul modello “Champions League”, si qualificano alle semifinali i primi due del girone e si incroceranno il primo con il secondo dell’altro e viceversa. Matteo quindi per superare il girone dovrebbe soffiare il posto ad uno tra Federer e Djokovic, mentre con Thiem se la giocherebbe a viso aperto. L’austriaco in vantaggio due a uno nei precedenti, è già stato sconfitto dall’azzurro a Shangai, anche se l’ultima vittoria a Vienna l’ha portata a casa Dominic. Thiem in ogni caso non va assolutamente sottovalutato, nel 2019 è stato il tennista più vincente insieme a Djokovic ed è alla quarta presenza consecutiva alle Finals.

UN POSTO TRA FEDERER E DJOKOVIC Gli altri due avversari non necessitano di presentazioni. Novak Djokovic è il n.2 del mondo ed a Londra sarà intenzionato più che mai a riprendersi lo scettro di n.1. Pochi giorni fa ha trionfato a Parigi-Bercy, confermando un grande periodo di forma, Matteo debutterà domenica proprio contro il campione serbo che non ha mai affrontato in carriera.

Anche Roger Federer viene da una vittoria, quella nella sua Basilea, un torneo non dei più impegnativi ma in cui lo svizzero ha dimostrato una grande solidità e buon forma fisica. Roger è sempre Roger, solo la carta di identità non lo rende più imbattibile come una volta. Matteo lo ha affrontato una sola a volta a Wimbledon, dove più che dal campione elvetico fu fermato dall’emozione di vedersi di fronte il suo idolo di sempre.

E’ lecito pensare che al netto della differenza tecnica questa volta la storia sarà diversa e se Berrettini deve pensare ad un’impresa per provare a superare il girone, rispetto a Djokovic lo svizzero appare di sicuro il più “battibile”.

BRACCINO O BRIGLIA SCIOLTA? Matteo sembra di fronte ad un torneo proibitivo e tanto dipenderà anche dalle sensazioni che lo accompagneranno in campo, il giovane azzurro non ha nulla da perdere e sarà importante giocare su questo e non farsi bloccare dall’emozione.

D’altronde in questo 2019 il tennista romano ci ha fatto spesso sognare, speriamo lo faccia ancora una volta.

Lorenza Paolucci

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