Road to Turin, le ATP Finals viste da vicino. Primo passo: i biglietti

Road To Turin racconta le tappe verso le ATP Finals viste con gli occhi di un torinese. Il primo passo non poteva che essere l'acquisto dei biglietti di Federico Cembalo

Per chi come me abita a Torino ed è appassionato di tennis vedere le vie invase dai manifesti delle ATP Finals (con il faccione di Matteo Berrettini cristallizzato nel momento di un’esultanza) è un effetto davvero straniante. Lo stessa sensazione di un ragazzo di provincia che arriva per la prima volta in città ad assaporare la vita vera, quella dei grandi, quella che conta.

Essere qualcuno che conta, che è poi quello che in un certo senso la città tutta ha già vissuto nell’ormai lontano 2006 quando i cinque cerchi olimpici hanno preso casa per un mesetto sotto la mole. Erano le Olimpiadi invernali e, personalmente, ricordo benissimo l’attesa per quei giorni e la gioia di essere per qualche settimana il centro del mondo. Certo, erano le Olimpiadi. Ma un evento sportivo così importante a Torino è qualcosa di elettrizzante, perché non siamo Milano, non siamo Roma (o parafrasando Abatantuono in Eccezzziunale veramente, “Cetto, non è Ascoli, non è Antria, non è Foccia, però bella cittadina, devo di’ bella, nel suo piccolo bella...”). E questi grandi eventi spesso li andiamo a rincorrere, mentre questa volta siamo noi i padroni di casa.

A dir la verità le affissioni che pubblicizzano le ATP Finals sono spuntate letteralmente come funghi già a fine novembre, quindi un’anno prima dell’evento. E questa cosa mi ha sorpreso e al contempo leggermente infastidito, perchè speravo di essere l’unico custode di questo segreto, assieme a tutti i veri appassionati di tennis della mia città. Ssshhh, non dirlo ad alta voce, non lo sa nessuno. E invece no, adesso lo sapevano tutti. E tutti avrebbero potuto partecipare al banchetto, far parte della festa, anche chi non ha mai visto una partita di tennis. In cuor mio speravo fosse un evento per me e per pochi altri. Ma superato l’immotivato e infantile senso di fastidio, è subentrato lo stupore: manca un anno e già mettono in vendita i biglietti? Non è un po’ troppo presto? Per fortuna il mio sconcerto trovava amici e conforto leggendo i commenti sotto l’annuncio del profilo Facebook dell’ATP Tour del 30 novembre.

“Whoah, too fast” esclama Joelle; “Isn’t that too early for tickets?!” il dubbio si insinua anche in Guitar Lesson in Chittagong (credo e spero non sia il nome) ; “A little early to countdown isn’t it ???”  si chide Diane; “Never too early to milk the fans”, ironizza infine Nikolay.

Siamo forse davvero fan da mungere? Forse, soprattutto se pensiamo al periodo di incertezza. Tickets? How did you know what will happen next year? – Dimitar mi toglie le parole di bocca.

Nonostante tutto vengo assalito dall’ansia. E da una convinzione: saranno già finiti i biglietti. Mi immagino gente da tutto il mondo schierata in blocchi davanti ad uno schermo a pigiare freneticamente il tasto BUY NOW. Ed io con il cerino in mano.

E l’ansia, sappiamo, è istinto di sopravvivenza. Quindi non importa cosa succederà tra un anno, non importa se ci sarà un nuovo DPCM ad impedirmi di vedere dal vivo i migliori giocatori di tennis del circuito. Corro subito sul sito a comprarli.

“Prima di proseguire, leggere le Info Covid-19”: un messaggio cerca subito di smorzare il rinnovato entusiasmo e di distogliermi dall’obiettivo, mentre nel frattempo qualcuno starà comprando gli ultimi biglietti rimasti. Ma la curiosità è troppa, leggiamo.

In una prima fase, saranno messi in vendita e inviati agli utenti titoli di accesso con posti non numerati per ogni settore (sarà quindi possibile scegliere il settore ma non il posto all’interno dello stesso).

Quindi non posso scegliere il posto migliore, calcolare metodicamente quale seggiolino garantisce la migliore visuale di tutto il palazzetto, migliore perfino del giudice di sedia? Niente non li compro.

In una seconda fase, non appena si avrà la certezza del numero di spettatori ammesso per ogni sessione, gli utenti riceveranno un tagliando segnaposto con i dettagli relativi alla numerazione.

Certezza del numero di spettatori? Ah, quindi a maggior ragione non li compro, non avrò nemmeno un posto garantito.

I posti saranno assegnati, per ogni sessione e all’interno di ogni settore, seguendo l’ordine di acquisto.

Sono spacciato? Io sarò sicuramente l’ultimo, inutile comprarli.

Qualora l’accesso all’impianto, per una determinata sessione e/o uno specifico settore dell’impianto, sia consentito in misura minore rispetto ai titoli di accesso venduti, l’eccedenza di questi ultimi sarà oggetto di annullamento, secondo l’ordine temporale di acquisto (a partire dall’ultimo), e sarà oggetto di ristoro nelle forme consentite dalle norme vigenti in materia.

Mmmm, cosa si nasconde dietro “ristoro nelle forme consentite dalle norme vigenti in materia?” Mi puzza di supercazzola per non ridare i soldi. Con quello che costano, non me la rischio. Tanto ho ancora 4 anni, pandemie permettendo.

Non so cosa sia successo dopo, ho un blackout. So solo che io alla fine i miei biglietti li ho comprati.

Hahaha…. you’re so optimistic! – suggerisce Mark alludendo alla mia avventatezza.

Sì, lo sono. Ma quale mucca non lo è? Quale mucca non sogna di volare?

Federico Cembalo

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