Alziamoci in piedi ed applaudiamo, perché solo applausi scroscianti meritano questi due giocatori che si sono dati battaglia per oltre tre ore ed hanno dato vita ad uno dei match migliori dell’anno, se non proprio il migliore, regalando agli appassionati uno spettacolo ineguagliabile. Al di là del risultato, che comunque ha visto prevalere il neo numero uno al mondo, Novak Djokovic, ad un certo punto un po’ tutti hanno sperato che tutto ciò potesse andare avanti a lungo e che nessuno dei due venisse sconfitto.
Alla fine, dopo tre ore e due minuti di gioco, ad aggiudicarsi la tanto agognata semifinale, conquistandosi dunque un posto in finale nell’ultimo Masters 1000 dell’anno, è stato il serbo, il quale è stato molto costante dall’inizio alla fine, sia nel bene che nel male – in particolare desta scalpore l’incredibile dato di 0/12 palle break convertite che lo vede protagonista – anzi nel terzo set ha addirittura alzato il livello del suo gioco, servendo in maniera ineccepibile e riuscendo a guadagnarsi il tie-break, di fatto, senza correre alcun rischio.
Se da un lato va elogiata la grande prova di Djokovic, che sta disputando una seconda parte di stagione a dir poco perfetta e ormai può essere definito “pigliatutto”, dall’altro non può assolutamente passare inosservata la prestazione di un 37enne di Basilea che ha tenuto testa al numero uno del mondo e che ha regalato giocate mozzafiato per oltre tre ore di match. A dir la verità, Federer ha davvero poco da rimproverasi se non proprio i due tie-break, dove poteva fare qualcosina in più. Per il resto, le 12 palle break annullate, di cui alcune in momenti estremamente delicati, e la gestione del tennis e delle energie è stata impeccabile. Anche Roger, come il suo avversario, nel terzo parziale ha giocato meglio rispetto ai due precedenti e, in particolare, ha ritrovato il rovescio lungo linea, mettendo a segno un paio di vincenti strepitosi che hanno esaltato il pubblico ed infiammato l’atmosfera.
Purtroppo, dopo “sole” tre ore è volto al termine questo match spettacolare, ma la speranza è che questi due enormi atleti possano regalarci un qualcosa di simile al più presto, magari già alle Finals, magari con Federer a caccia del 100º titolo in carriera e con Djokovic per sancire il suo totale dominio qualora ce ne fosse ancora bisogno. D’altronde sognare non costa nulla…
PRIMO SET- Pronti, partenza, via e subito due games estremamente equilibrati, con Djokovic che addirittura a si conquista una palla break, ma entrambi i giocatori riescono a tenere il turno di servizio. Nonostante il match cresca d’intensità e lo spettacolo al quale danno vita Roger e Novak tenga appiccicato alla televisione chiunque, quasi tutti i games finiscono nelle grinfie del battitore in maniera relativamente rapida, almeno fino al 4-3. Nell’ottavo gioco, infatti, probabilmente uno dei più lottati ma allo stesso tempo migliori dell’intero incontro, Djokovic decide di tirar fuori tutte le sue migliori qualità di ribattitore ed impensierisce Federer in più occasioni, guadagnandosi un totale di quattro palle break. L’elvetico, però, è capace di annullarle tutte – ricorrendo a tutti i mezzi possibili, anche quello del VIDEO SOTTO – e al termine di un gioco infinito, durato ben venti punti, impatta sul 4 pari.
Dopo oltre un’ora e sul punteggio di 6-6, a decidere le sorti del parziale è il tie-break; qui, malgrado fin dall’inizio sia stato avanti Federer, che ha poi sprecato tutto il vantaggio, si è giunti sul 5 pari con ancora tanto in palio. Il primo ad andare a set point è stato proprio Roger, il quale ha però dato l’impressione di voler attendere l’errore del suo avversario, finendo per steccare con il rovescio. Dopo un’ora e tredici minuti di gioco, il serbo chiude 8-6 e si aggiudica il tie-break ed il primo parziale.
SECONDO SET- Nella seconda frazione di gioco, come nella precedente, l’inizio è stato subito scoppiettante e le palle break sono arrivate, questa volta in favore di entrambi. Ciononostante, i servizi hanno regnato, anche in maniera più netta rispetto ai primi tredici giochi, e nella parte centrale del set non ci sono state emozioni se non un paio di giocate degne di nota da parte di entrambi i giocatori. Il risultato, effettivamente, si è mosso solamente nelle fasi finali del set e, a sorpresa, lo ha fatto in favore di Federer, ribaltando completamente la situazione in un batter d’occhio. Sul 5 pari, infatti, è stato Djokovic a portarsi a palla break che lo avrebbe proiettato a servire per il match; con grande coraggio e sfrontatezza, però, lo svizzero l’ha annullata scagliando un dritto che ha preso metà riga ed ha tenuto la battuta.
Nel gioco seguente, invece, probabilmente per la prima volta nell’incontro, Nole ha commesso diversi errori gravi ed ha accusato la pressione del momento, regalando di fatto il game al suo avversario e costringendo la sfida al terzo set. Nonostante Djokovic abbia servito piuttosto bene ed il tie-break forse sarebbe stato l’epilogo più giusto, undicesimo e dodicesimo gioco hanno fatto la differenza ed il parziale si è deciso in questi istanti, premiando il cinismo e la concretezza dello svizzero, che si è distinto per queste qualità a differenza del suo avversario. Due set giocati ad un intenistà altissima che i due tennisti in campo si sono spartiti equamente ed un parziale ancora da disputare che prometteva scintille. Nonostante oltre due ore di gioco, le premesse per la terza frazione di gioco erano quantomai buone.
TERZO SET- Come volevasi dimostrare, il terzo parziale non ha tradito le aspettative e, fin dal primo gioco, si è manifestata la tensione in campo, sia dalla parte di Federer, che ha subito concesso due palle break, sia dalla parte di Djokovic, che ha confermato questo suo terribile feeling odierno con le chances di break, non sfruttandole. Al di là di ciò, però, nel terzo set sono spiccate le qualità dei due tennisti in campo, che hanno giocato oggettivamente meglio dei due parziali precedenti ed hanno dato vita ad uno spettacolo ancora migliore. Federer è infatti cresciuto molto nella sicurezza dei suoi colpi ed in particolare sul rovescio, ritrovando il lungo linea e lasciandolo andare molto spesso tanto da trovare numerosi vincenti. Il serbo ha invece riabbracciato il servizio, mettendo a segno una quantità spropositata di aces e servendo quasi solo prime palle.
L’unico momento che ha dato l’impressione che il tie-break non si sarebbe giocato è stato il nono gioco, dove Federer ha avuto un calo ed ha concesso due opportunità di break consecutive; il suo avversario non ha però sfruttato l’occasione e, complice un lancio della racchetta causato da una comprensibile frustrazione, si è guadagnato i parecchi fischi del campo centrale di Parigi Bercy. Per il resto, l’equilibrio è stato padrone per tutta la durata del set ed il tie-break è stato l’epilogo inevitabile, ma al contempo giusto, di un incredibile set. Purtroppo, il tie-break non è stato all’altezza del resto dell’incontro a causa di un clamoroso passaggio a vuoto di Federer, che ha commesso tanti errori e si è ritrovato in un batter d’occhio sotto 6-1. Nonostante un disperato tentativo di rimonta, l’elvetico non è riuscito nell’impresa e si è arreso a Djokovic, che dopo tre ore e due minuti di gioco si è lasciato andare ad un urlo liberatorio a sancire la sua vittoria.
Si conferma inarrestabile Nole, che da Wimbledon in poi ha perso un solo match (!!!), ma tanto di cappello a Federer, che ha contribuito a dare vita a quello che indubbiamente è stato uno degli incontri dell’anno. A separare il serbo dal quinto trionfo a Parigi c’è Karen Khachanov, che nell’unico precedente giocato ha rimediato appena otto giochi, in un match 3 su 5 in quel di Wimbledon…
Atp Parigi Bercy – Semifinale
[2] N. Djokovic b. [3] R. Federer 7-6 [6] 5-7 7-6 [3]