Non calcava i campi del circuito Atp dal Master 1000 di Miami, circa tre mesi fa, ed ha scelto di tornare – dopo un stop forzato a causa di in infortunio al gomito – sull’erba londinese del Queen’s. Kevin Anderson, che tra un paio di settimane dovrà difendere i pesanti punti della finale di Wimbledon dell’anno scorso, ha esordito con una vittoria ai danni di Norrie, imponendosi in rimonta. I mesi di assenza dal circuito si sono fatti sentire per il sudafricano, che nel primo gioco del match disputato ha perso la battuta. Nonostante sia riuscito progressivamente a crescere aumentando il rendimento, questo break messo a segno in apertura è risultato decisivo ai fini del 6-4, punteggio con il quale si è concluso il primo parziale. Nella seconda frazione, invece, l’instabilità iniziale, dove entrambi i giocatori hanno avuto palle break, è sfociata in un dominio dei servizi che ha determinato un solido equilibrio, interrotto solamente dal tie-break. Nel jeu decisif, il mini-break ottenuto all’inizio da Anderson è stato determinante ed il sudafricano ha prevalso per 7 punti a 5. Infine, nel terzo set, la seconda testa di serie è risultato essere molto pericoloso in risposta sin dai games inaugurali e, dopo aver fallito tre palle break nel terzo gioco, nel seguente turno di risposta ha piazzato il break, amministrando il vantaggio e conducendo sino al 6-4 finale.
Nei restanti incontri, tutto facile per Marin Cilic, che doma il sudamericano Garin, ed ora affronterà Schwartzman, che a sua volta ha annientato il qualificato Bublik. Avanza in scioltezza Medvedev, che regola l’esperto Verdasco, mentre Gilles Simon si libera del britannico Ward solamente al tie-break del terzo set. Infine, Nicolas Mahut supera Frances Tiafoe e prosegue il suo ottimo momento che, come ogni anno, solitamente coincide con l’avvento della stagione su erba.
[5] M. Cilic b. C. Garin 61 76(5)
D. Schwartzman b. [Q] A. Bublik 62 63
[4] D. Medvedev b. F. Verdasco 62 64
[Q] N. Mahut b. F. Tiafoe 63 76(5)
G. Simon b. [Q] J. Ward 36 63 76(2)
[2] K. Anderson b. C. Norrie 46 76(5) 64