ATP Roma: otto italiani su dodici avanzano al secondo turno

Tra la pioggia di Roma emorgono vincitori otto azzurri che approdano al secondo turno degli Internazionali

Di Damiano Battiato

Si respira aria di grande tennis, e assieme a quella, puzza di qualcosa che deve andare storto, quasi come a rispettare la legge di Murphy. Già diversi segnali hanno dato questo presagio, come le numerose assenze per infortunio che oramai abbiamo bene in mente come quelle del francese Cazaux, o del ceco Lehecka, ed in primis quelle di Alcaraz e Sinner; non sarebbero da trattare con indifferenza neanche i casi di Rublev e Medvedev, i russi che nonostante le loro condizioni fisiche poco invidiabili decidono comunque di giocare, o almeno così dice il tabellone, ma fino a prima degli incontri le cose potrebbero cambiare.

Il giorno dopo le qualificazioni, apre le danze tra le fila degli italiani Darderi che ottiene una soffertissima rivincita durata più di tre ore contro il canadese Shapovalov, già affrontato al masters 1000 di Miami di quest’anno con esito infelice, e 6-7(4-7), 6-3, 7-6(7-4) è il risultato finale.

Cobolli vince e convince con una prova di grande carattere contro il tedesco Marterer per 6-4, 6-2 dopo essere stato in svantaggio all’inizio del primo set.

Tutto bene fino a qui, poi è il momento di Passaro, l’unico italiano fra tutti quelli presenti nel tabellone principale passato per le qualificazioni: la partita contro il francese Rinderknech è molto impegnativa visto il dislivello di ranking fra i due (rispettivamente 243° contro 73°), ma Passaro è una palla al piede per il francese, talvolta anche letteralmente visti alcuni dei suoi punti concretizzati così. La partita non manca di far divertire il pubblico presente sul Pietrangeli, il primo set si chiude soltanto al tie-break, vinto dal francese, poi durante lo svolgimento del secondo set, una prima ondata di pioggia sospende momentaneamente la partita, dunque anche tutte quelle che si giocano in contemporanea; sembra che non possa più dare problemi quando si riprende finalmente a giocare, ma proprio sul più bello, quando Passaro deve servire per il set sul 6-5, la piogga torna rendendosi più fitta. Incontro sospeso dunque, si dovranno attendere 17 ore circa dopo l’ultimo punto prima di riprendere da dove si è lasciato. Così, verso le 12:45 di ieri, si riprende a giocare, poi passa un’altra ora per un terzo set che si conclude solamente ad un tie-break al cardiopalma in cui stavolta a spuntarla è Passaro di fronte ad un gremito seguito di tifosi. Straordinario il cammino dell’italiano, trionfante anche ai 64esimi dopo aver estromesso alle qualificazioni prima lo statunitense Kovacevic 7-5, 7-5, poi il croato Ajdukovic con un risultato ancora più sofferto (basti pensare che di tre set che si sono giocati di quella partita, altrettanti si sono conclusi al tie-break). Dunque, ai trentaduesimi lo attenderà il nederlandese Tallon Griekspoor.

La pioggia è lo stesso identico motivo per cui numerose partite, la maggior parte del programma dei 64esimi, si sono disputate ieri quando in realtà erano programmate per l’altro ieri.

Non ce la fa invece Vavassori contro il tedesco Koepfer in una sorta di rivincita Italia-Germania dopo Cobolli-Marterer, il risultato finale è 4-6, 3-6.

Erano in programma nel tabellone persino due derby tutti azzurri, il primo dei quali però non disputato a causa del ritiro a sorpresa di Berrettini poco prima dell’inizio: lui stesso si è rammaricato molto della sua assenza di fronte al pubblico di casa per la terza volta di fila, al contempo però dichiarando di non essere nella migliore forma fisica per disputare il torneo in maniera competitiva proprio come sa e vuole fare (una tonsillite è ciò che lo fa desistere dal giocare). Il suo avversario doveva essere Napolitano, che così si ritrova a giocare contro lo statunitense Wolf, subentrato come lucky loser essendo stato estromesso alle qualificazioni: Napolitano gioca un incontro di tutto rispetto aggiudicandoselo per 6-2, 7-6(7-3).

La seconda vita di Napolitano

L’altro derby tutto italiano è quello fra Matteo Gigante e Giulio Zeppieri, aggiudicato dal primo per 7-6(7-2), 6-4: fra le azioni salienti sono da menzionare una veronica di Zeppieri su un tentativo di lob di Gigante che ristabilisce la parità nel set per 4-4, due lungolinea uno più bello dell’altro all’inizio del tie-break che lasciano sul posto Zeppieri, il passante di Gigante che può solamente essere ribattuto in rete dall’avversario a chiudere il primo set, una lob chirurgica di Gigante sul secondo punto del terzo game del secondo set, un altro lungolinea di questi da posizione largamente defilata a inizio di ottavo game, e il match point guadagnato dopo uno smash sbagliato clamorosamente da Zeppieri.

Arnaldi doveva giocare contro il ceco Machac già incontrato in quel di Miami di quest’anno per ottenere la rivincita, ma anche questi si ritira per un’influenza; così viene sostituito dal lucky loser Mayot, francese. Sarà un caso che ha voluto far passare Arnaldi? (Machac si può dire che è la bestia nera di Arnaldi, Mayot è 130° nel ranking) Fattostà che, dopo un brivido prolungato iniziale, l’italiano riesce a passare aggiudicandosi l’incontro per 3-6, 7-5, 6-4.

Sonego fallisce alla prima contro il serbo Lajovic in una partita approcciabile sulla carta (risultato finale 3-6, 7-6(7-5), 3-6) mentre non delude Nardi contro il tedesco Altmaier vincendo 6-4, 6-4.

Internazionali Roma, Fognini batte Evans: bufera sull'arbitro, errore stile  Sinner-Tsitsipas a Montecarlo

Alle 20:10 è la volta del tanto atteso Fabio Fognini contro il britannico Dan Evans: è stata una partita molto difficile e lo si sapeva fin dall’inizio, così come si sapeva che Fognini se la sarebbe giocata ad armi pari con la sua giusta grinta sportiva e con la formidabile qualità dei suoi colpi. In particolare, il punto che gli ha permesso di portarsi nuovamente in vantaggio sul 4-3, a parte essere molto importante per la dinamica del set (che in seguito premierà l’italiano), è il riassunto delle filosofie di gioco che si stanno confrontando in campo: Evans è un tennista che corre molto dando prova di grande sacrificio per recuperare qualche palla ben angolata o appena sotto la rete, talvolta facendo il tergicristalli proficuamente; dall’altro lato, Fognini sembrerebbe essere più rinunciatario da questo punto di vista, preferendo piuttosto risparmiare energie utili convertendole in martellanti e fulminei colpi, aventi lo scopo di destabilizzare l’avversario e cogliere la prima occasione buona per guadagnare metri e imporre in maniera attiva i dettami dello scambio. Dunque, nella situazione indicata, Fognini imposta il gioco sulla diagonale sinistra, Evans tiene per qualche scambio, fino a quando non è costretto ad alzare a campanile sul campo di Fognini: questi rimanda dalle parti in cui stava correndo il britannico, così Evans riesce a rispondere quasi con una lob, ma non può nulla alla successiva veronica di Fognini di fronte ad un campo spiegato che vede lasciato davanti a sé.

Fra gli altri punti, sono da menzionare la prima di servizio di Fognini che chiude il primo set a suo favore per 6-4, un passante eseguito diversi metri dietro la linea di fondocampo dopo due smash di Evans sotto rete al settimo game del secondo set, l’errore totalmente fuori misura di Fognini a chiudere in favore del britannico il secondo set per 3-6, il terzo punto del quinto game del terzo set aggiudicato da Fognini dopo uno scambio prolungato e tenuto in vita da questi con uno splendido tweener dopo la lob di Evans, un punto nello stesso game di Evans che però è stato assegnato erroneamente a Fognini, che non ha mancato di suscitare polemiche prolungate fino alla sosta seguente da parte del britannico ai danni del giudice di sedia, per via di una valutazione da parte di questi largamente sbagliata come poi ha suggerito l’occhio di falco.

Non sono mancate preoccupazioni per le condizioni di Fognini che è persino caduto per rinviare una palla nell’altro campo sempre nello stesso game: momenti di apnea per il pubblico quando con una smorfia di dolore si tiene sulle ginocchia, ma nulla di così grave visto che si riprende tra i fragorosi applausi.

Fognini copre molto bene anche sotto rete, meglio di quanto farebbe Evans, dominato anche sul piano degli scambi brevi sull’oltranza del sesto game; a riprova del fatto, non funzionano neanche le diagonali a tutto campo del britannico una volta avanzato in proiezione offensiva Fognini che deve solo poggiarla dall’altro lato della rete per realizzare il quarto punto dell’ultimo game di gara. Ultimo sì, perché passano giusto una manciata di punti affinchè abbia il match point a disposizione, e uso l’articolo determinativo perché è l’unico della partita: a prima occasione in cui si è presentato, Evans ribatte a rete durante uno scambio non troppo eclatante. 6-2 è il risultato finale di questo terzo set.

Riassumendo, di dodici italiani in gara ai 64esimi, otto di essi raggiungeranno al turno successivo Musetti, già qualificato in virtù della sua 30° posizione che gli garantisce il poter essere una delle 32 teste di serie del torneo.

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