Nella notte italiana si è disputato il primo quarto di finale maschile. A vincerlo è stato un indomito e indomabile Berdych contro un Nadal lontano parente del fenomeno a cui siamo abituati da una vita intera. Il risultato, 6-2 6-0 7-6, è abbastanza eloquente. Il ceco ha dominato e se non fosse per la grinta e la grande attitudine mentale dello spagnolo, saremmo davvero qui a parlare di una débacle quasi senza precedenti. Complimenti a Berdych, che torna a battere Nadal dopo ben nove anni, dopo addirittura 17 confronti diretti consecutivi persi. E Nadal? E’ un Nadal a mezzo servizio, meno esplosivo di gambe e di conseguenza meno esplosivo di diritto. E’ evidente che stia cercando di cambiare qualcosa nel suo tennis, magari di essere più prossimo alla linea di fondo, ma con tennisti di livello come Berdych (e in più in assoluto stato di grazia) questa tattica non ha pagato. Ho rivisto di recente la finale di Roma 2006 contro Federer: Nadal correva come un pazzo, altri tempi. Ma il Tennis insegna quanto sia pericoloso fare funerali prima della morte. E il principio vale anche doppio se si parla di Nadal.
L’altro quarto di finale è terminato da poco, quello tra Murray e il giovanissimo beniamino di casa Kyrgios. Ha vinto lo scozzese, in tre solidi set (6-3 7-6 6-3) in cui ha cercato pazientemente di concedere il meno possibile. Murray è sembrato superiore a livello tattico e ha approfittato, in qualche occasione, delle avventate discese a rete del baby fenomeno australiano. Ma nessun ridimensionamento: Kyrgios è pazzesco, esplosivo. Il futuro – e anche il presente – è tutto suo. E la stoffa del campione sembra esserci.
In semifinale sarà quindi Berdych-Murray: il ceco si trova particolarmente a suo agio con lo scozzese, sul quale conduce per 6-4 nei precedenti. Sul cemento, però, sono 3-3.
Risultati:
Berdych – Nadal 6-2 6-0 7-6
Murray – Kyrgios 6-3 7-6 6-3
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