Australian Open: il pagellone maschile

Conclusosi il primo Slam stagionale con la vittoria di Novak Djokovic, andiamo a dare i voti ai protagonisti di queste due settimane col pagellone maschile, tra conferme, delusioni e sorprese. Andiamo ad analizzarli nel particolare, con graditi exploit per i nostri italiani, indubbiamente positivi (nel complesso) a Melbourne.

NOVAK DJOKOVIC, 9+: Devastante al servizio nei primi turni, in calo tra semifinale e finale, si dimostra ancora una volta il più forte, ma soprattutto il più abile a sfruttare le occasioni. Con Wawrinka rischia grossissimo e approfitta del calo dello svizzero, con Murray si dimostra ottimo pokerista nel bluffare e mandare in confusione il britannico. Conquista l’ottavo Slam della carriera e la sensazione è che potrebbe veramente battere ogni record, se la concorrenza rimarrà quella vista in questo Australian Open. NUMERO UNO

SIMONE BOLELLI, 9: Cosa si può chiedere di più ? Al secondo turno Simone fa faticare Federer più del previsto, aiutando forse anche Seppi al turno successivo per eliminare Roger. Con un tabellone più facile, nulla ci leva di pensare che sarebbe stato sicuramente più presente in singolo. Non contento, decide di entrare nella storia assieme a Fognini vincendo il doppio. In crescita, il Bole sarà sicuramente una delle sorprese positive di quest’anno. STRATOSFERICO

ANDY MURRAY, 8½: Lo scozzese convince, torna grande dopo un 2014 in ombra, ma con Djokovic ora sono tante le sconfitte consecutive. Si distrae paurosamente dopo il secondo set pensando più ai problemi fisici di Nole e finisce con il non capirci più dentro niente. Peccato per quest’occasione, ci riproverà l’anno prossimo. Intanto torna numero quattro e si dimostra ancora una volta una delle poche alternative al serbo. DISTRATTO

mur

NICK KYRGIOS, 8+: Non ha vinto il torneo, non è neanche arrivato in semifinale. Però è forte, dannatamente forte. Una potenza devastante e allo stesso tempo una forza mentale non comune tra i suoi coetanei. Eh si, quest’australiano ha vent’anni. Perde contro Murray, scarico e stanco dopo il match con Seppi, ma per la sua età è decisamente un buon risultato. Sarà numero 35 da domani, ma secondo voi ha intenzione di fermarsi? FENOMENO

ANDREAS SEPPI, 8: Meriterebbe 10 per come domina Federer e Kyrgios per due set, ma poi crolla sul più bello, non sfrutta un match point contro l’australiano e finisce per perdere al quinto. Un vero peccato per Andreas, ma la sconfitta agli ottavi con uno che nei prossimi anni potrebbe dominare spesso su una superficie simile non deve essere vista come un’occasione mancata, ma come un punto di partenza. Per tornare nei 20 in questa stagione. E giocando così le possibilità ci saranno. BEN ARRIVATO

STANISLAS WAWRINKA, 7+: Non conferma i punti dello scorso anno, anzi, perderà 5 posizioni in classifica, ma di più veramente non gli si poteva chiedere. Forse, se avesse sfruttato quella palla break in apertura di quinto set con Djokovic, avrebbe anche potuto aspirare a un clamoroso bis. Ciò non accade e Stan esce sconfitto causa stanchezza fisica e mentale, ma resta forse quello che in queste due settimane ha espresso il miglior tennis, almeno quello più divertente. SFORTUNATO

RAFAEL NADAL, 6+: Non convince in nessuno dei match che gioca, ma arriva ai quarti, complice anche un sorteggio piuttosto fortunato, che lo vede opposto a Sela in un terzo turno a senso unico. Con l’unico vero giocatore incontrato prima di Anderson, l’americano Tim Smyczek (a proposito, VOTO 9, gioca un match ai limiti dell’incredibile e quel gesto nei confronti di Nadal del restituire la prima per le urla dei tifosi è classe), rischia grosso, ma è Nadal e se la cava. Con Berdych non può nulla, ma si sapeva fosse in rodaggio. L’obiettivo è il Roland Garros e per quell’epoca non avrà problemi a riconfermarsi. FUORI FASE

FABIO FOGNINI, 5.5: Meriterebbe lo stesso voto di Bolelli per il doppio, ma facendo una media matematica, 9 per la conquista del doppio, 2 per la prova indegna di cui si rende protagonista in singolare, fanno si che il voto non possa essere più alto di così. Ne abbiamo parlato spesso di lui e del suo carattere, quando si metterà un freno e soprattutto una testa sopra al collo per tutto il match non sarà mai troppo tardi. GENIO E (TROPPA) SREGOLATEZZA

JOHN ISNER, 5-: Aveva l’occasione di giocare contro Djokovic negli ottavi, ma decide di autoeliminarsi col monodimensionale Giles Muller. Ah già, è paurosamente monodimensionale anche lui. Il problema è che il suo essere non fenomeno rispecchia in pieno la situazione degli Stati Uniti nel dopo Roddick. Una vera e propria pena. POVERI USA

ROGER FEDERER, 4: Piange il cuore, ma di più è impossibile dare a Roger. Non è neanche colpa del tutto sua, trova un Seppi in giornata di grazia e probabilmente col tabellone di un Nadal sarebbe facilmente arrivato quanto meno ai quarti. Perde un set con Bolelli e già li si comincia ad intuire che il percorso sarà duro. Puntuale, fuori con Seppi. Lui comincia sempre piano la stagione per arrivare in forma verso metà – fine stagione, speriamo che anche quest’anno sia così, perchè è troppo bello vederlo giocare. RE SENZA CORONA (STAVOLTA)

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