Berdych vince a Stoccolma

Tra le finali in programma quest’oggi a livello ATP quella di Stoccolma, torneo ricco di storia, tradizionale appuntamento del circuito, era probabilmente la più scontata. E di fatti, il risultato non ha affatto smentito le previsioni, con la vittoria del ceco Thomas Berdych testa di serie numero 1 del tabellone sul sorprendente Jack Sock, per 7-6 6-2, capace di eliminare in semifinale Richard Gasquet mettendo fine alle possibilità del francese di entrare tra i magnifici 8 di Londra.

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Berdych è probabilmente il miglior colpitore del circuito. Le sue doti sono universalmente note agli appassionati, così come i suoi limiti. Il match di oggi non ha rappresentato nulla di diverso da questo copione. Inizio piuttosto contratto per entrambi, che hanno tenuto il servizio con relativa facilità, nonostante già dai primi games e poi per tutto il match soprattutto Berdych si sia attestato su percentuali piuttosto basse con la prima di servizio (57 % in campo), ma estremamente redditizie (90 %).
Meglio lo statunitense al servizio in termini di prime in campo, che però non riuscivano mai a mettere in difficoltà seria l’avversario, nonostante qualche timido tentativo di chiamarlo a rete, ovvero là dove Berdych non gradisce molto stare, ma con percentuali di passante piuttosto basse.

La vera chiave del match però, come spesso accade nei tornei indoor, è stata la capacità di rispondere. Le doti di incontrista di Berdych sono emerse, unite alla maggiore potenza usata per sfondare le difese di Sock da fondo, specie sul dritto, oggi piuttosto ballerino. Il tiebreak del primo set non ha praticamente avuto storia, rompendo l’equilibrio che aveva caratterizzato tutto il match.

Nella seconda partita scambio di break e poi Berdych decide di cambiare passo, affondando una serie di quattro games di fila che lo ha portato 5-1 e poi a chiudere 6-2 piuttosto agevolmente, su un avversario già bravissimo a raggiungere un risultato di prestigio che lo porta verso l’obiettivo di chiudere l’anno nella top 30, un grande risulato anche alla luce della sua carta di identità, che dice 1992 come anno di nascita. Un Sock, aggiungiamo, che unisce le abilità in doppio (già fortissimo insieme al canadese Pospisil) a quelle di singolarista da veloce, offrendo una concreta alternativa a John Isner nelle parti alte della classifica, dopo che anche Steve Johnson, a Vienna, ha fatto squillare le trombe d’oltre oceano dopo molto, molto tempo.

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