Billie Jean King: “Le ragazze devono essere perfette, i ragazzi coraggiosi e ciò non è giusto. Per la parità voglio di più”

Il tennis è considerato uno degli sport che ha fatto più passi avanti verso la parità di genere grazie al prize money uguale nei tornei Slam per donne e uomini. La strada da fare però è ancora molto lunga.

Quella della lotta alla parità di genere in ogni ambito è una lotta che, come spesso viene ripetuto, non andrebbe affrontata solo in occasione di specifiche ricorrenze come la festa internazionale della donna, la quale dovrebbe rappresentare solamente un momento di riflessione in più.
Il tennis, soprattutto negli ultimi anni, può vantare il fatto di essere riconosciuto come uno degli sport che ha raggiunto più conquiste a livello di parità di genere. Certo, i progressi registrati nel mondo del tennis sono stati molti e sono arrivati come frutto di difficoltose lotte, ma non è tutto oro quello che luccica: la parità assoluta tra uomini e donne continua ad essere lontana e la strada da fare si prospetta ancora molto lunga. I passi avanti fatti non sono pochi: ad oggi, al contrario di quanto avviene in molti altri sport, il prize money dei quattro tornei dello slam è lo stesso per uomini e donne. Nonostante ciò, nel corso dell’anno, i tennisti uomini continuano ad essere pagati e considerati molto di più delle colleghe donne, come dimostra una statistica del 2018, secondo la quale più del 70% dei top 200 della classifica ATP ha guadagnato molto di più durante l’anno rispetto alla controparte femminile dello stesso ranking.

Proprio in occasione della festa internazionale della donna, è Billie Jean King ad esprimersi nuovamente sul tema. L’ex tennista può essere definita come simbolo della lotta verso la parità di genere poiché, oltre ad essere tra le fondatrici della WTA, è proprio grazie ad una sua protesta che per la prima volta agli US Open del 1973 è stata raggiunta l’uguaglianza dei prize money tra uomini e donne (che si è registrata poi definitivamente solo nel 2001 agli Australian Open, nel 2006 al Roland Garros e, infine, nel 2007, a Wimbledon). La King, dal Change Our Game International Women’s Day Lunch di Melbourne, ha affermato: “Il mio sogno per le donne era triplice: volevo che ogni donna avesse l’opportunità di giocare, che ognuna di loro fosse apprezzata per i suoi successi e non per il suo aspetto e che ciascuna fosse in grado di guadagnarsi da vivere. Voglio sempre di più perché sono una perfezionista, ma negli ultimi anni c’è stata un’enorme ondata, stiamo appena iniziando ora a vedere il cambiamento che sta accadendo.” La King non è stata solamente una delle più importanti sostenitrici della parità di genere, ha anche sostenuto le persone di qualsiasi colore, provenienza e orientamento sessuale; proprio a proposito di questo, ha raccontato, ripensando alla sua esperienza tennistica di adolescente: “Qui tutti sono bianchi. Dove sono gli altri? Tutti meritano un’opportunità. Viene insegnato alle ragazze ad essere perfette e ai ragazzi ad essere coraggiosi e ciò non è giusto per nessuno dei due generi.
Parole, queste della King, che risuonano come fondamentali non solo per il mondo del tennis, ma che valgono per qualsiasi campo della società e che possono realmente far riflettere tutti noi che ci troviamo a vivere in una società con dei concetti basilari sbagliati e difficili da sradicare.

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