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Coric, Zverev e gli altri: chi arriverà più lontano?

Il mondo del tennis vive di questioni nate troppo presto o troppo tardi, di matricole e meteore che diventano croce e delizia degli appassionati più masochisti, e se nei Fab Four c’è da sperare per il prossimo futuro, per gli anni che porteranno questo decennio alla conclusione si brama fortemente una nuova guardia per il rinnovato corso del tennis che verrà.

Non ci si preoccupa spesso delle varie implicazioni che pressioni ed input errati possono avere sulla costruzione dei nuovi talenti, e nonostante lunghi discorsi siano stati spesi a tal riguardo, il sangue vivo nel cuore di ogni fedelissimo non può fare altro che lasciare spazio al finale meno razionale e più romantico che ci sia.

Se ne parla e se ne parlerà a lungo del binomio Borna Coric-Alexander Zverev, ma per le valutazioni odierne non si può prescindere dall’occasione più ghiotta, ovvero il confronto diretto (primo in carriera ATP) tra i due nel match valevole per il primo turno del Masters1000 di Cincinnati.

Che una partita in sé conti poco o nulla è uno dei primi assiomi del tennis, ma curiosamente tanti fattori del match appena citato possono fungere da riferimento per la lettura di caratteristiche e possibilità di ciascuno dei due astri nascenti: Coric, con i suoi capelli corti e ordinati a rispecchiare un gioco composto ed efficace, si vede opposto al crack Zverev, più maturo e sicuro di sé da quella fortunatissima uscita a casa sua nel torneo ATP500 di Amburgo, con i punti che sarebbero andati teoricamente persi che sono stati ben spalmati nella ottima programmazione di queste passate 52 settimane.

Il tutto è stato ben evidenziato da Steve Tignor di Tennis.com:”Non molti fattori hanno separato Coric e Zverev nel loro match di Cincinnati, con i due completini in rosso e nero, la stessa abnegazione ed il medesimo sudore della fronte. Entrambi potenti e straordinariamente lucidi, con un punteggio che li ha visti più vicini di quanto ci si sarebbe anche potuti immaginare.”

7-5 3-6 7-6(5) per il croato, con soli due punti che hanno separato il suo avversario dal ribaltamento totale di risultato e (speriamo di no) critica, con lo stesso tedesco che ha comunque totalizzato 4 punti in più nell’arco del match e ha dovuto salvare meno palle break.

Non è stato il match a cambiare le carte in tavola, ma può sicuramente stuzzicare la fantasia di chiunque il prendere questo match come una sorta di pietra miliare di un futuro ancora tanto incerto quanto con le sue giuste ragioni di uscire definitivamente allo scoperto, quando magari i nomi in grassetto sui tabelloni dei tornei più importanti che incuteranno molto meno timore alla vigilia.

Con loro, se si vuole giocare un po’ a fare i talent scouts, potrebbero esserci Hyeon Chung, coreano che dopo la finale di Wimbledon Junior persa con Gianluigi Quinzi ha messo la freccia e si è preso la Top100 come fosse un soldatino dal braccio molto buono, l’inglesino Kyle Edmund, anch’egli autore di una grandissima marcia di avvicinamento ai top se ci ricordiamo la sconfitta contro Jerzy Janowicz a Wimbledon 2013, il belga Kimmer Coppejans, che messo a posto il fisico potrebbe fare davvero molto bene, il golden-shooter della settimana Yoshihito Nishioka, già capace di tenere testa agli habitué statunitensi nei complicati Challenger nordamericani nonostante un fisico decisamente più esile del loro, lo svedese Elias Ymer (così come il fratello minore Mikael), che sul rosso europeo ha davvero impressionato, e giù a cascata fino a quelli che sono più scommesse che altro, come il’ormai nota coppia australiana formata da Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, i nostri Matteo Donati e lo stesso Quinzi, il russo Karen Khachanov, gli attesissimi Andrey Rublev e Stefan Kozlov, lo statunitense Frances Tiafoe, e le giovanissime speranze Felix Auger-Aliassime, Akira Santillan, Corentin Denolly, Orlando Luz e chi più ne ha più ne metta.

Il futuro del tennis è in discussione, e di tempo per pensarci ed alzarsi di scatto dalla poltrona ce n’è in abbondanza, però resta piacevole pensare che una semplice ed innocua partita potrebbe portarsi in dote un significato fondamentale a proposito di chi forse riuscirà a sollevare al cielo trofei che adesso risultato quasi impossibili da raggiungere. A dare una speranza ci hanno già pensato Marin Cilic e Kei Nishikori agli scorsi U.S. Open, e per realizzare che qualcosa si sta muovendo sotto i piedi dei più grandi potrebbe già essere il momento buono.

Lorenzo Cialdani

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