Cosa manca a Dominic Thiem per diventare davvero grande?

Un set. Alla luce di quanto visto in  questi Australian Open a Dominic Thiem manca un set per diventare grande. Il set al quale ci riferiamo è naturalmente il quarto della finale contro Novak Djokovic che ha sancito la rimonta del serbo dopo il MTO di cui si è tanto discusso (ma che rimane comunque un sacrosanto diritto per tutti i tennisti in campo).

La finale di Melbourne è finita lì, ritmo di Thiem spezzato e mai ritrovato e rinascita (metamorfosi) di Djokovic fino a 3-2 finale. La pausa forzata è stata anche uno spartiacque per il torneo di Thiem, da una parte quello visto fin dal primo giorno in Australia con tutto il suo bagaglio di certezze, dall’altra il vecchio Thiem, bravo si ma sempre a subire nei momenti chiave del match (e con qualche errore di troppo).

Dominic Thiem

Se esaminiamo il torneo Thiem è stata senza dubbio la sorpresa più grande di questi quindici giorni. Sembrava il meno pronto degli “Altri” ad avvicinare i “Big Trhee“, invece si è ritrovato ad un solo set dalla vittoria. I pronostici vedevano sicuramente avanti gente come Medvedev o Tsitsipas che si sono però smarriti nel corso del torneo, meno ci si aspettava dall’austriaco o da Zverev che invece sono arrivati  fino in fondo.

Se nel tennis bastassero colpi e forma fisica probabilmente staremmo commentando un altro risultato finale poiché mai come questa volta si è avuta la sensazione che un essere umano (dopo Murray, Wawrinka e Del Potro) potesse uscire vittorioso da una finale Slam contro uno di quei tre. Ma purtroppo (o per fortuna) il tennis è soprattutto testa e sul più bello, ancora una volta, si è vista la differenza tra i due finalisti. Rimane però quell’impressione che in parte avevamo avuto già nell’ultima finale degli US Open tra Medvedev e Nadal, a questi ragazzi manca poco per raggiungere la vetta.

Rimanendo su Thiem poi i suoi miglioramenti sono evidenti. Senza dubbio la miglior finale Slam giocata (poco aveva potuto in quelle di Parigi con Nadal nel 2018 e nel 2019 anche se si era già vista una netta evoluzione tra le due) e un processo di crescita costante che aveva già fatto vedere durante tutto il 2019 (primo Master 1000 conquistato in carriera, finale alle Finals persa con Tsitsipas, cinque tornei vinti durante l’anno).  Thiem vincerà, ma adesso deve affondare il colpo (un po come nel quarto set di ieri) poiché rischia (classe 1993) che quel colpo lo affondi prima uno dei suoi colleghi più giovani, anche loro alle prese col duro e lungo processo di crescita.

Intanto anche la classifica Atp parla chiaro: il primo degli umani è Dominic Thiem (da oggi numero 4 nel ranking Atp) e il prossimo Slam sulla terra rossa parigina potrebbe già rappresentare l’occasione buona per vederlo vincere (Nadal permettendo).

Alessandro Zecchini

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