Rafael Nadal si è presentato ai nastri di partenza del Roland Garros con un palmarès decisamente impressionante sulla terra battuta: un solo incontro perso (Madrid, quarti contro Thiem) in 4 tornei giocati (Montecarlo, Barcellona, Madrid, Roma), e già i primi due turni dello Slam parigino superati senza troppi patemi. Considerando anche le difficoltà che i suoi rivali stanno incontrando nei primi turni del Roland Garros, è difficile immaginare un tennista diverso dal maiorchino sollevare il trofeo finale (sarebbe l’undicesima volta per Rafa). Ma cosa rende Nadal così micidiale, quasi invincibile, sul mattone tritato?
Patrick Mouratoglou ha raccolto e presentato dei dati e delle statistiche molto interessanti al riguardo, nella rubrica “The Coach” durante la trasmissione “Game, Schett and Mats” di Eurosport, appuntamento giornaliero, condotto dai due ex tennisti Mats Wilander e Barbara Schett, che accompagna tutti e quattro i tornei del Grande Slam. In particolare, un dato importante è costituito dal piazzamento di Nadal, in risposta, ben lontano dalla linea di fondocampo; come molti sanno, Nadal si piazza ben dietro la baseline in modo da avere il tempo necessario per preparare e produrre un colpo profondo e carico di spin, costringendo così l’avversario a rimanere sulla difensiva, e acquisendo così un vantaggio per il prosieguo del punto. Questo sarebbe impossibile da attuare su una superficie come l’erba, dove la pallina schizza via velocemente. Inoltre, il fatto che la superficie del Phippe Chatrier sia molto più estesa rispetto a quella degli altri campi del Roland Garros, permette a un tennista di potersi piazzare davvero lontano dalla linea di fondocampo.
Lo scorso anno infatti, durante il Roland Garros, Nadal ha strappato complessivamente il servizio ai suoi avversari per ben 45 volte, dimostrandosi come uno dei più letali “returner” su questa superficie, fatto questo che mette i suoi avversari molto sotto pressione quando si trovano alla battuta. Mouratoglou ha mostrato con un’animazione come Nadal abbia modificato questa strategia nel corso degli anni. Il coach di Serena Williams, con una spettacolare infografica, ha mostrato come, nel Roland Garros 2015, Rafa si piazzava in risposta ad una distanza media di 3.24 metri dalla linea di fondo. Nell’edizione dello scorso anno, questa distanza media è aumentata fino a 4.29 metri, ed ha permesso al maiorchino di rispondere all’89% di prime di servizio avute contro. E, dai due incontri disputati da Rafa questa settimana a Parigi, è emerso che questa distanza media è aumentata ulteriormente: Nadal si piazza, in risposta, ad una distanza media di ben 4.57 metri dalla linea di fondocampo: è come dire che, in un altro torneo o su un altro campo con una superficie di gioco inferiore, Rafa risponderebbe direttamente dalle prime file delle tribune!
E non è finita qui: sul secondo servizio avversario, più lento del primo, tipicamente la maggior parte dei tennisti avanza, o come si suol dire, entra nel campo, per giocare una risposta aggressiva e profonda e mettere in difficoltà il servitore. Ebbene, Nadal invece, sulla seconda battuta avversaria, avanza di una distanza media di soli 50 cm rispetto alla prima, rimanendo comunque 4 metri dietro la linea di fondo. Un altro dato impressionante è costituito dalla velocità e dallo spin di Nadal in risposta: nel rispondere al primo servizio avversario, Rafa raggiunge una velocità media in risposta di 113 km/h, mentre sulla seconda di servizio avversaria, avendo più tempo di preparazione, il mancino di Manacor raggiunge una velocità media di risposta di 126 km/h ed uno spin di quasi 3000 rotazioni al minuto; per i suoi avversari diventa quindi difficilissimo controllare una pallina, così veloce e carica di spin, che tipicamente va a rimbalzare molto vicino alla linea di fondocampo.
La domanda sorge dunque quasi spontanea: perchè tutti gli altri tennisti non adottano la stessa tattica di Nadal, eesendo questa così evidentemente efficace sulla terra? La risposta è semplice: perchè non tutti sono Rafael Nadal. Per il maiorchino sembra facile, ma in realtà non lo è affatto. Recentemente alcuni tennisti hanno provato ad indietreggiare ulteriormente in risposta, “imitando” in qualche modo lo stile di Nadal, per provare a mettere in difficoltà gli avversari, ma è comunque una strategia che non viene loro naturale poichè non fa parte del loro naturale stile di gioco. Inoltre, pochissimi tennisti al mondo sono in grado di produrre colpi così potenti e così carichi di rotazione come quelli di Nadal, il che è un elemento essenziale per rendere il posizionamento in risposta così lontano dalla linea di battuta, una strategia così efficace sulla terra rossa. I dati presentati da Mouratoglou spiegherebbero alcuni dei (tanti) motivi che rendono Rafael Nadal un tennista così micidiale su terra battuta, e senza dubbio il più forte di tutti i tempi su questa superficie.