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Dagli otto trionfi slam ai campi del circolo americano, la storia di Lendl

A 28 anni esatti dall’ultima vittoria in uno slam come tennista, Ivan Lendl non ha ancora abbandonato lo sport che lo ha visto in cima alla classifica ATP per 270 settimane.
Dopo l’ultima separazione con Andy Murray avvenuta lo scorso novembre, Lendl ha deciso di lavorare temporaneamente come coach presso lo USTA Tennis Campus, un circolo di circa 100 campi da tennis che è servito come rampa di lancio per vari tennisti americani: gli ultimi esempi sono Madison Keys, finalista agli US Open 2017, e Tennys Sandgren, autore della sconfitta di Wawrinka agli Australian Open. Il campus è nato solo una decina di anni fa ma punta sempre più in alto specialmente in ambito maschile, che non vede gli Stati Uniti vincere uno slam dal lontano US Open 2003 grazie ad Andy Roddick.
E chi se non Ivan Lendl potrebbe essere un coach migliore per dei ragazzini in piena fase di crescita tennistica?

LA NUOVA VITA DA COACH – Dopo il trionfo a Wimbledon come coach di Murray, Lendl spera di poter garantire a due giovani tennisti americani lo stesso futuro. Proprio a pochi giorni fa risale il suo allenamento con due ragazzi di 14 e 16 anni, Martin Damm ed Emilio Nava.
“Ok Martin, prova a far meglio dell’ultima volta. Bene Emilio, l’ultimo dritto era fantastico, prova a ripeterlo!”
Con queste parole di incoraggiamento, Lendl prova ad incitare i due giocatori con cui sta lavorando sotto il punto di vista tecnico.
Durante un intervista a “The Associated Press”, Lendl ha dichiarato: “La USTA (Federazione Tennis America) è sulla buona strada, sta lavorando molto. Noi chiediamo disciplina, intensità e duro lavoro, ma non tutti reggono questi ritmi.”

Anche il responsabile dello sviluppo dei giocatori americani, Martin Blackman, ha confermato l’urgenza e la necessità di trovare un nuovo campione, specie al maschile: “Vogliamo che i giocatori di oggi sentano un senso di eredità e di appartenenza ai campioni come Evert, Williams, Sampras, Connors o McEnroe.”
Per uno sviluppo a tutto tondo dei giovani tennisti, i 100 campi sono divisi in 6 campi in terra rossa ottenuti dalla frantumazione di 450 tonnellate di mattoni provenienti dall’Italia, 8 con superficie simile a quella degli US Open, 32 in terra verde (come quella del torneo WTA di Charleston) e 32 in Plexicushion (la superficie dei campi australiani) e una ventina di campi utilizzati per i bambini che si avvicinano al tennis.

USTA National Campus

Lendl è, ovviamente, molto apprezzato come coach: “Anche solo 50 o 60 giorni della sua presenza nel nostro circolo hanno un valore inestimabile. Sa perfettamente cosa serve nel tennis per diventare top player, e i nostri ragazzi riescono a trarre il massimo dai suoi consigli.”
I ragazzi con cui lavora sembrano apprezzare il loro coach speciale, seppur non conoscendo alla perfezione la sua storia a causa della loro giovane età. Stare in campo con lui significa tutto per me” dice Martin Dimm, americano di origini cecoslovacche come Lendl, che è stato notato proprio dal campione ed invitato ad allenarsi nel circolo della federazione.

Nonostante attualmente non possa più vincere slam come allenatore, così come ha fatto con Andy Murray, Lendl dice di apprezzare il suo nuovo ruolo: “Quando ero giovane mi piaceva allenarmi con giocatori più grandi di me. Pensavo fosse fantastico stare in campo con loro, allenarsi con loro o ascoltare i consigli, per cui ho pensato che fosse una buona idea fare lo stesso.”

Andrea Lombardo

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