Una vittoria che sa di riscatto
Il campo centrale dell’HSBC Championships di Londra ha ritrovato un protagonista inatteso. Dan Evans, numero 199 del mondo, ha sorpreso tutti eliminando la testa di serie numero sette Frances Tiafoe con un netto 7-5 6-2, riaccendendo l’attenzione sul suo tennis brillante e imprevedibile. Ma oltre alla prestazione, a colpire sono state le parole del britannico, che in conferenza stampa ha spostato l’attenzione su un tema ricorrente nel circuito ATP: il calendario troppo fitto.
“Siamo in una posizione privilegiata”
Evans non ha mai avuto paura di esporsi e, ancora una volta, non si è trattenuto: “I tennisti dovrebbero fare attenzione quando si lamentano del calendario. Siamo in una posizione privilegiata. Nessuno è obbligato a scendere in campo ogni settimana”. Con questo affondo ha voluto sottolineare come, a suo avviso, molte delle lamentele derivino da scelte personali e, soprattutto, economiche: “Se giocano così tanto è principalmente per approfittare dei bonus”. Parole dirette, forse scomode, ma che mettono in discussione un malessere diffuso nel circuito, aprendo un dibattito su priorità e gestione della carriera.
Dalle ombre alla rinascita
Evans è uno di quei personaggi che il tennis non può ignorare. La sua storia è segnata da alti e bassi, con momenti di gloria alternati a scivoloni pesanti, come la squalifica per doping nel 2017. Ma ciò che rende il suo percorso affascinante è proprio la capacità di rialzarsi, anche quando tutto sembra perduto. Dopo essere crollato oltre la 200ª posizione nel ranking, oggi torna a far parlare di sé non solo per i colpi di genio in campo, ma per una personalità che non si piega.
Emblematico il passaggio alle Olimpiadi di Parigi 2024, quando scelse di rinunciare alla difesa del titolo a Washington per giocare il doppio con Andy Murray. Una scelta di cuore, che gli costò punti e classifica, ma che dimostra quanto il legame umano conti ancora per alcuni nel circuito: “Ad un amico, e ad un ‘Sir’, non si può dire di no”, ha confidato.
“Credevo ancora in me stesso”
Dopo mesi passati nei Challenger, la vittoria contro Tiafoe ha rappresentato per Evans molto più che un semplice successo. “Credevo ancora di avere quel tennis dentro di me. Ma crederci e vedere che le cose si realizzano è tutta un’altra storia”, ha ammesso. Un momento speciale, anche per il contesto in cui è avvenuto: è stato infatti il primo a scendere in campo nella Andy Murray Arena, quasi come un passaggio di testimone simbolico con l’amico che lo ha sostenuto nei momenti più difficili.
Evans non ha nascosto l’ambizione di ottenere una wildcard per Wimbledon 2025. “Penso di avere una buona possibilità. È un torneo fantastico e potrebbero anche decidere di puntare sui giovani, il che è perfettamente normale. Ma se non lo faranno, avrò la mia occasione”, ha concluso con realismo e determinazione.
Un personaggio che divide ma non lascia indifferenti
Dan Evans resta uno dei personaggi più divisivi e autentici del tennis contemporaneo. Le sue parole scuotono, il suo tennis incanta quando trova fiducia, e il suo percorso parla a chi conosce il valore del sacrificio. In un circuito sempre più globalizzato e standardizzato, la sua voce fuori dal coro è un richiamo all’individualità, all’onestà e, in fondo, all’amore per uno sport che premia chi sa resistere.