Novak Djokovic: “Avevo bisogno di ritrovare fiducia”. E intanto rompe un altro record

Con il 100° titolo ATP conquistato a Ginevra, Novak Djokovic scrive un’altra pagina di storia del tennis e arriva al Roland Garros con rinnovata fiducia. Emozioni forti anche nel tributo a Nadal, accanto a Federer e Murray.
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Un traguardo storico e carico di significato

Novak Djokovic ha raggiunto un nuovo, straordinario traguardo nella sua leggendaria carriera: il centesimo titolo ATP in singolare. Lo ha fatto a Ginevra, battendo in una finale combattuta il polacco Hubert Hurkacz, e iscrivendo il proprio nome accanto a quelli di Roger Federer (103) e Jimmy Connors (109), un trio d’élite nell’era Open del tennis mondiale. Ma per il campione serbo questo successo è andato ben oltre le statistiche.

“Mi serviva una vittoria del genere per testare il mio livello e ritrovare un pizzico di fiducia in vista del Roland Garros”, ha dichiarato Djokovic con sincerità in conferenza stampa. Reduce da una stagione altalenante, segnata da risultati sotto le aspettative e da un raro momento di crisi – due serie di tre sconfitte consecutive – Nole ha scelto di scendere in campo a Ginevra proprio per ritrovare sensazioni positive sulla terra battuta. La scelta si è rivelata vincente.

Un record di longevità senza precedenti

Con questa vittoria, Djokovic non solo ha toccato quota 100, ma ha anche stabilito un nuovo primato: 20 stagioni consecutive con almeno un titolo vinto. Un’impresa mai riuscita prima, che lo porta davanti a due giganti come Rafael Nadal (19) e Roger Federer (15). Il primo trofeo risale al 2006 ad Amersfoort, da allora il serbo non ha mai smesso di vincere. E con l’umiltà che spesso lo contraddistingue, ha ringraziato il suo entourage: “Solo il mio team sa quanto sia difficile supportarmi nei momenti di follia in campo. Vi amo e vi ringrazio per esserci sempre stati.”

Parigi, Nadal e un addio tra amici

Il successo a Ginevra ha caricato Djokovic in vista del Roland Garros, dove oggi ha esordito contro l’americano Mackenzie McDonald. In una Parigi carica di emozione per il centenario del torneo come evento internazionale, un altro momento ha rubato la scena: la celebrazione per Rafael Nadal.

Nel corso di una toccante cerimonia sul centrale, Djokovic è salito in campo insieme a Federer e Murray per omaggiare il rivale di una vita. “È stato uno dei momenti più belli che abbia mai vissuto su questo campo”, ha confessato, visibilmente commosso. L’atmosfera era carica di rispetto e nostalgia, un addio sentito a una leggenda che ha segnato un’epoca. “Eravamo tutti felici per lui, se lo merita davvero”, ha aggiunto.

Proprio in quell’occasione Djokovic ha scherzato con Andy Murray, con cui ha condiviso una recente esperienza come coach-giocatore. “Non lo avevo mai visto così elegante. Abbiamo riso sul suo vestito”, ha raccontato, sottolineando il rapporto speciale che li lega da quando si affrontarono per la prima volta a 12 anni. Anche la loro collaborazione professionale si è chiusa, ma in modo consensuale: “Abbiamo deciso insieme che era il momento di fermarci. Penso che questa esperienza ci abbia uniti ancora di più.”

Ancora ambizioni da realizzare

Nonostante la stagione complicata, Djokovic ha chiarito che la sua motivazione resta intatta. Dopo aver conquistato l’oro olimpico contro Carlos Alcaraz nel 2024, sogna ora di aggiungere il 25° Slam, un obiettivo che per lui non è solo simbolico, ma concreto. “Mi sento più sicuro, più positivo. Ho ancora molte ambizioni e obiettivi elevati”, ha spiegato.

Il Roland Garros 2025, dove è imbattuto nei primi turni in 21 partecipazioni, potrebbe essere il prossimo grande palcoscenico della sua gloria. Intanto, il titolo numero 100 non è solo un sigillo sulla grandezza, ma anche una rinascita per un campione che continua a reinventarsi, spinto da una forza interiore che ha pochi eguali nello sport.

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