Novak Djokovic si è aggiudicato il torneo Masters 1000 “Southern & Western Open” di Cincinnati, battendo per 6/4 6/4 in finale Roger Federer, e confermandosi così come uno degli uomini da battere ai prossimi U.S. Open.
Vediamo la cronaca del match:
Primo set
I due contendenti partono mantenendo agevolmente il servizio, in quella che sembra più la fase di studio, visto che i due non si incontrano da più di due anni (semifinale Australian Open 2016), e di cose ne sono successe da allora, per entrambi.
Federer tira i colpi lasciando andare il braccio, ed è un piacere vederlo giocare. Djokovic, dal canto suo, ribatte colpo su colpo, giocando potente e profondo, e trovando il vincente ad alto tasso di difficoltà quando è il caso: sembra a tratti essere tornato quel muro invincibile di un paio di anni fa. Il match si preannuncia bellissimo.
Sul 3-3 arriva la svolta del primo set: Federer commette doppio fallo sul 40/40 e nello scambio successivo liscia clamorosamente un dritto: break Djokovic e 4/3: i tifosi serbi sulle tribune si scatenano, e ne hanno ben donde. Il serbo, con un turno di servizio impeccabile, allunga sul 5/3, ma Federer risponde con un (stavolta) buon turno di battuta per rimanere aggrappato al parziale. Tuttavia, nel game successivo, il campione di Wimbledon è ancora una volta solido come una roccia, ed una risposta di rovescio in rete di Federer gli consegna il primo set per 6 giochi a 4.
Secondo set
Nel primo gioco del secondo set, Federer sbaglia un paio di dritti non difficili a va subito sotto 0/30, ma è bravo a recuperare una situazione non semplice e ad aggiudicarsi il game. Tuttavia, Roger fatica ancora a trovare la giusta misura in risposta, e sembra davvero difficile pensare che lo svizzero possa riuscire a strappare il servizio al suo avversario, che di suo sta servendo davvero bene. Ed invece, proprio quando non ce lo si aspettava, il campione di Basilea recupera benissimo un game che sembrava già perso: sotto 40/15, è bravissimo a riportarsi in parità mettendo pressione a Djokovic, che prima sbaglia un facile attacco di dritto e poi commette doppio fallo: break Federer e 2/0; il pubblico si infiamma e inizia ad urlare “Roger, Roger!” Ora il match è veramente intenso, e la pressione (scandita forse anche dallo shot clock, sui cui le telecamere puntano spesso) è chiaramente avvertita da entrambi i giocatori. Manco a dirlo, nel terzo gioco, Federer concede due break point, di cui il secondo commettendo doppio fallo, e concedendo poi a Djokovic l’immediato contro-break con un errore su un facile dritto in attacco: 2/1. I due tennisti tengono poi i due turni di servizio successivi, 3/2 Federer.
Dopo che Djokovic ha tenuto il servizio, sul 3/3 arriva di nuovo una possibile svolta: Federer, dopo aver avuto 3 vantaggi a disposizione senza concretizzarli, commette un doppio fallo concedendo al serbo una preziosa palla break, che viene subito sfruttata con un bel passante di dritto. 4/3 Nole, e si ha l’impressione che il match rispecchi molto le ultime sfide fra i due, in cui lo svizzero cerca ripetutamente di chiudere i punti mettendo pressione all’avversario, ma con un conseguente elevatissimo numero di errori gratuiti. Federer avverte chiaramente la pressione, è impreciso non come suo solito, e spesso molto frettoloso. Sul 5/3 Djokovic, Roger si complica ancora la vita al servizio, che riesce a tenere a fatica. Ora è Djokovic che va a servire per il match sul 5/4. E il serbo non sbaglia: sul 40/30 e match point, un dritto abbondantemente largo di Federer consegna a Novak Djokovic il Southern & Western Open di Cincinnati.
Le statistiche del match dicono 22 vincenti a 12 per Federer, ma anche, fattore determinante, 39 unforced dello svizzero contro i 16 del serbo. La tattica di Federer oggi non ha pagato, e Djokovic ha vinto meritatamente sfruttando una delle sue qualità principali: la regolarità. Il serbo conquista il suo 31mo Master 1000, ed il 32enne di Zagabria diventa il primo giocatore ad aver vinto almeno una volta ogni torneo della categoria Masters 1000, scrivendo così la storia. Cincinnati, dove il serbo aveva perso per due volte in finale da Murray (nel 2008 e nel 2011), e per ben tre volte (2009, 2012 e 2015) proprio da Federer, era l’unico torneo Masters 1000 che mancava a Nole per raggiungere questo prestigiosissimo traguardo. Per Federer, sfuma invece l’occasione di conquistare il suo 28mo titolo in un Masters 1000 e il 99mo titolo ATP in carriera.
Una cosa è certa: a questo punto della stagione, con Djokovic che pare essere ritornato ai livelli di un tempo, un Federer sempre competitivo, Wawrinka finalmente sulla strada per tornare Stan the Man, i next gen e tutto ciò che di buono hanno fatto fin’ora (Tsitsipas su tutti), la riconferma di Nadal agli U.S. Open non sembra più essere così tanto scontata come si pensava. Intanto, complimenti a Novak Djokovic per la vittoria odierna, e arrivederci a New York fra due settimane: ci sarà da divertirsi!