Un’alleanza inattesa, un epilogo inevitabile
La collaborazione tra Novak Djokovic e Andy Murray, due tra i più iconici protagonisti del tennis degli ultimi vent’anni, si è conclusa poco prima del Roland Garros 2025. Un esperimento iniziato con entusiasmo e grandi aspettative, ma che non ha prodotto i risultati sperati. A chiarire i motivi della separazione è stato lo stesso Djokovic durante una conferenza stampa a Ginevra, dove sta disputando l’ATP 250 come tappa finale di preparazione al secondo Slam stagionale.
L’alleanza tra i due era nata dopo il ritiro di Murray dal tennis agonistico, annunciato durante le Olimpiadi di Parigi 2024. In un gesto sorprendente, Djokovic aveva scelto proprio il suo ex rivale come coach, diffondendo un video sui social a novembre che aveva lasciato a bocca aperta tifosi e addetti ai lavori. Il loro primo torneo insieme fu l’Australian Open 2025, dove Djokovic mostrò sprazzi del suo miglior tennis, arrivando in semifinale e battendo anche Carlos Alcaraz nei quarti, prima di ritirarsi per un infortunio contro Alexander Zverev.
Risultati altalenanti e una decisione condivisa
Nonostante l’entusiasmo iniziale e il rispetto reciproco, la collaborazione ha mostrato presto i suoi limiti in termini di rendimento sul campo. Dopo una buona prestazione al Miami Open, culminata in una finale persa contro il giovane Jakub Mensik, i risultati sono stati deludenti sulla terra battuta. Djokovic ha infatti subito eliminazioni immediate a Monte Carlo e Madrid, senza vincere nemmeno un set.
A Ginevra, dove spera di ritrovare fiducia prima di Parigi, il campione serbo ha spiegato con chiarezza le ragioni della separazione: “Abbiamo sentito che non potevamo ottenere maggiori benefici in campo dal nostro lavoro insieme, e questo è tutto. Il mio rispetto verso Andy rimane lo stesso, anzi è addirittura aumentato. Possiede un’intelligenza tennistica brillante e una mentalità da campione molto rara.”
Djokovic ha voluto sottolineare che non vi è stato alcun dissapore personale, ma solo una valutazione oggettiva dei risultati. “A volte le cose funzionano e altre volte no”, ha aggiunto con realismo. La fine del rapporto con Murray è avvenuta proprio durante lo svolgimento degli Internazionali d’Italia, torneo che Djokovic ha saltato per la prima volta dal 2007.
Strade diverse, nuovi orizzonti
Mentre Djokovic prosegue il suo cammino agonistico puntando alla conquista del suo quarto Roland Garros, del 100º titolo ATP e del primo trofeo post-olimpico, Murray ha già intrapreso un nuovo percorso professionale, accettando un ruolo come associate partner presso Redrice Ventures, una società d’investimenti. Un passaggio netto dal campo agli affari, che testimonia la volontà dell’ex numero uno di esplorare nuovi ambiti dopo il ritiro.
Intanto, a Ginevra, Djokovic affronterà Marton Fucsovics nel secondo turno. Un cammino non semplice: potrebbe incrociare Tomas Machac in semifinale, lo stesso ceco che l’anno scorso lo eliminò proprio in questo torneo. Machac, ricordando quella vittoria, ha dichiarato: “Battere Nole è come vincere un titolo. È il miglior giocatore di sempre.” Una sfida potenziale che aggiunge ulteriore fascino alla settimana svizzera.
Pronto per un nuovo capitolo della saga
La parentesi Djokovic-Murray, seppur breve, ha offerto un’interessante finestra su una nuova fase della carriera del fuoriclasse serbo. La scelta di affidarsi a un ex rivale per migliorarsi è stata audace, ma il tennis è fatto anche di equilibri sottili e di risultati concreti. Ora, con lo sguardo rivolto a Parigi, Djokovic si prepara a scrivere un altro capitolo della sua leggenda. Senza Murray al suo fianco, ma con la stessa fame di vittoria.