Dolgopolov ed Harrison: due piacevoli ritorni

E’ tornato The Dog, Aleksandr Dolgopolov, o forse no. E Ryan Harrison è di nuovo il baby fenomeno del tennis a stelle e strisce? Certamente no. Ma, entrambi ormai maturi, questa settimana hanno confermato le lodi fatte a loro in questi anni e scacciato critiche, infortuni e brutte sensazioni.

DOLGO IS BACK – Erano tre anni che Dolgopolov non disputava una finale, da quel 2014 in cui perse a Rio de Janeiro contro Rafa Nadal e addirittura cinque che non portava a casa un titolo, da quando nel 2012 trionfò a Washington sconfiggendo Tommy Haas in tre set. Quel suo tennis atipico, veloce e potente sembra essere tornato al top e, soprattutto, è di nuovo fastidiosissimo per i top players: complice anche una condizione fisica di supporto, ha disputato un brillantissimo trofeo a Buenos Aires, sconfiggendo in sequenza giocatori del calibro di Tipsarevic, Cuevas, Melzer, Carreno Busta e, ciliegina sulla torta, Kei Nishikori. Lui stesso, dopo la vittoria in semifinale contro lo spagnolo, aveva dichiarato: “Mi sento alla grande, sto colpendo bene la palla e ho vinto tutte le partite senza concedere mai un set agli avversari“. Quindi che dire, bentornato Dolgo e facci divertire ancora.

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SULLA SCIA DI GOFFIN – Spostandoci negli Stati Uniti, Memphis per la precisione, troviamo un 24enne (un tempo considerato futuro prodigio) che sembra essere tornato alla gioventù: Ryan Harrison. Colpo dopo colpo li ha affossati tutti, in un torneo con giocatori ben più quotati di lui quali Isner, Karlovic e via dicendo: con costanza e grande determinazione è riuscito a conquistare il titolo in una città che, dal 2013 era stato il feudo di Kei Nishikori, sempre vincitore fino allo scorso anno. E non solo, è stato anche il primo titolo in carriera per Harrison, che gli ha permesso di salire alla posizione numero 43, la migliore mai raggiunta. Forse il suo talento è venuto a galla tutto in una volta? Chi lo sa, intanto lui segue le orme di David Goffin, altro giocatore di cui si parlava un gran bene da junior ma che ha raggiunto per la prima volta la top 10 a 26 anni.

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