Fabio Fognini: “Sogno la top ten, io descritto in maniera troppo dura”

Fabio Fognini, che si è goduto le vacanze prima di Wimbledon, con la famiglia, al Forte Village Resort in Sardegna, ha avuto modo di scambiare due chiacchiere con Sky Sport. Carattere, carriera, Federer e Nadal: di tutto un po’, nello stile di Fogna.

La storia che se avessi avuto più testa sarei stato cinque del mondo la sento da sempre. Come si fa a sapere? Con questa testa sono arrivato numero 13 del mondo e ad averne solo 12 davanti a me. E tra quei 12 c’erano Federer, Nadal, Djokovic, Wawrinka, Raonic e altri fenomeni. Secondo me ho fatto una grande carriera, ovviamente potevo fare di più, me ne rendo conto. Ho qualche rimpianto, come tutti, ma chissà che da qui a due anni non possa succedere qualcosa che potremo raccontare.

Sui suoi atteggiamenti è molto convinto: “Sono sempre stato descritto in maniera dura, la gente non sa cosa provo all’interno, ovvero tanta frustrazione. Tutto ciò mi porta a reagire o a non impegnarmi, ma in realtà è il contrario: ci tengo così tanto che faccio uscire questa parte di me difficile da descrivere. Ripeto, è solo frustrazione.

Il piccolo Federico intanto, con il papà ancora nel circuito e mamma Pennetta a casa, cresce molto: “Spero di essere molto presente in futuro. Federico è il primo ed è maschio: l’unico desiderio che ho è quello di poterlo vedere un giorno fare quello che vorrà. Giocare, studiare, deciderà lui: i miei mi hanno sempre detto che l’istruzione è molto importante, ma lo sport in generale secondo me fa molto bene alla salute.

Infine, qualche parola sul gioco e il futuro: “Io sono molto imprevedibile e veloce, leggo molto bene dove servirà il mio avversario. Sono un giocatore da terra battuta, anche se ho fatto una semifinale a Miami sul cemento e due finali in ATP 250. Vincere un torneo sul veloce indoor è sempre stato un mio obiettivo. Un sogno? Magari un giorno la top 10, ma non voglio pressioni, da piccolo ne ho già avuta tanta. In questo periodo la classifica si è aperta molto: c’è un Rafa, c’è un Roger, di cui sono molto tifoso, ma speriamo smetta presto (ride, ndr); in più ci sono giovani molto forti, io nel mezzo spero di avere il mio ruolo. Per ora questo sogno rimane nel cassetto.

 

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