Federer, “l’incubo” Nadal sembra solo un ricordo

Sulla grandezza della rinascita di Roger Federer si è detto e scritto tanto. Una sola sconfitta da inizio anno, uno Slam e due Master 1000 già in bacheca, il ritorno di un dominio che in pochi avrebbero predetto.

Sembrava per Roger non ci fosse più tanto spazio, con l’avvento dei giovani, la fame di vittoria di Djokovic ed un Nadal che anche se zoppicante, riusciva ad essere ancora il suo incubo peggiore.

IL TABU’ NADAL Ed è proprio il campione spagnolo l’indice di valutazione della maestosità del ritorno di Federer che in questo 2017 ha vinto tre finali su tre proprio contro il mallorchino, da sempre il suo peggior avversario. A parlare chiaro sono numeri e fatti, prima degli ultimi tre scontri i due si era incontrati 34 volte e Federer aveva vinto appena undici incontri. Non solo, Nadal ha sconfitto lo svizzero anche a Wimbledon, torneo da sempre dominato da Roger, che altrettanto non è riuscito (ancora) a fare al Roland Garros.

Il dominio che Nadal è riuscito ad imporre a Federer è sempre stato prettamente mentale, l’esempio più nitido nella finale degli Australian Open del 2009 con un Roger in lacrime dopo la sconfitta.

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Il logorio psicolgico di Rafa nei confronti di Federer iniziò a Miami nel 2004, quando lo spagnolo era un diciassette piuttosto sconosciuto e sconfisse lo svizzero campione a Melbourne e già n.1 del mondo. Da allora Federer venne a scoprire che qualcuno in grado di sconfiggerlo nonostante il suo talento inarrivabile c’era eccome ed era un avversario pronto a rubargli trofei, record e copertine. Rafa in questi anni lo ha messo a nudo , spogliandolo di quella sicurezza tipica di chi è conscio di avere nelle mani qualcosa di diverso dei propri avversari.

Colui che riesce a sconfiggere il più forte ne diventerà il suo incubo peggiore.

UNO SCOGLIO SUPERATO Alla soglia delle trentasei primavere Roger Federer però sembra essere riuscito a superare anche l’unico scoglio di una carriera straordinaria.

La seconda giovinezza di re Roger parte dalla serenità mentale di chi non ha più nulla da dimostrare ma sa di essere il più forte ed è li sul gradino più alto che naturalmente si posiziona.

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