Fognini saluta Roma: “Questi sono i miei ultimi Internazionali, è giusto lasciare spazio ai giovani”

Fognini annuncia il ritiro dagli Internazionali d’Italia 2025. Il tennista ligure saluta Roma e il tennis con emozione: “È giusto lasciare spazio ai giovani”.
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Un addio annunciato con emozione

Fabio Fognini è pronto a voltare pagina. Alla vigilia del suo debutto agli Internazionali d’Italia 2025, il tennista ligure ha annunciato che questa sarà la sua ultima partecipazione al torneo romano. Un addio che sa di celebrazione e malinconia, ma anche di consapevolezza, dopo una carriera che lo ha portato ai vertici del tennis mondiale.

“Ho fatto una bellissima carriera e sono super contento, ma come in tutte le cose c’è un inizio e una fine. Voglio dare spazio ai giovani, è giusto così”, ha dichiarato Fognini in un’intervista a Sky Sport, con la sincerità che da sempre lo contraddistingue. A 37 anni, l’ex numero 9 del mondo si prepara dunque a concludere la sua avventura al Foro Italico, teatro di momenti esaltanti e delusioni cocenti.

Roma nel cuore: i ricordi più belli

Il legame tra Fognini e Roma è stato intenso, talvolta tormentato, ma sempre autentico. Dal suo debutto nel 2006 contro Thomas Johansson, ha collezionato 35 presenze, con 17 vittorie e 18 sconfitte, ma soprattutto emozioni indelebili. Il ricordo più luminoso resta il successo contro Andy Murray nel 2017, quando l’allora numero uno del mondo fu battuto da un Fognini scintillante: “Penso sia stata la partita più bella che ho giocato agli Internazionali”, ha ricordato il ligure.

Nel 2018, raggiunse il miglior risultato al Foro, i quarti di finale, fermandosi solo davanti a Rafael Nadal, dopo aver vinto il primo set. Quegli exploit, uniti a un pubblico che spesso lo ha amato visceralmente, hanno reso Roma un palcoscenico speciale nella sua carriera.

Una carriera da protagonista

Il tennista sanremese lascia il circuito con 9 titoli ATP all’attivo, incluso il prestigioso Masters 1000 di Montecarlo nel 2019, conquistato sconfiggendo Nadal in semifinale e Lajovic in finale. Ma Fognini è stato molto più di un vincente: è stato un personaggio. Irriverente, passionale, mai banale. Ha raggiunto il numero 9 del mondo in singolare e il numero 7 in doppio, restando nella Top 100 per 822 settimane, di cui 708 consecutive, e disputando 17 stagioni nel circuito maggiore.

“Il tennis è passione, sacrificio, un po’ di fortuna e felicità”, ha detto tracciando un bilancio del suo percorso. E nonostante qualche rimpianto — come i quarti di finale al Roland Garros mai disputati per infortunio — il suo nome resta inciso tra quelli che hanno contribuito a inaugurare un’epoca d’oro per il tennis italiano.

L’ultimo ballo al Foro

Il sipario potrebbe calare già domani, nella sfida contro il britannico Jacob Fearnley, classe 2001 e attuale numero 57 del mondo. Una partita che potrebbe chiudere definitivamente il cerchio aperto quasi vent’anni fa. In caso di vittoria, il destino regalerebbe a Fognini un match dal sapore tutto italiano contro Matteo Berrettini: una chiusura perfetta, nel segno della staffetta generazionale.

Ma al di là del risultato, sarà il momento a restare. L’abbraccio con il pubblico, gli ultimi colpi a effetto, l’ultima scintilla di un talento che ha sempre diviso, ma mai lasciato indifferenti. E Roma, comunque vada, lo saluterà con gratitudine.

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