Fognini, Cecchinato e Berrettini a caccia del sogno americano

I tornei americani che si disputano sul cemento rappresentano probabilmente gli eventi più attesi da giocatori e appassionati. L’hardcourt americano segna in un verso o nell’altro la stagione di un giocatore e delinea lo snodo cruciale dell’anno tennistico. Toronto, Cincinnati, Winston-Salem e Us Open gli appuntamenti clou di un mese che si preannucia già ricco di conferme, sorprese e volti nuovi pronti a stupire la platea americana. E gli italiani che così bene hanno figurato nel corso della stagione? Raggiunta poche ore fa a Los Cabos la sesta semifinale del 2018, Fabio Fognini è la punta di diamante di un movimento in grande ascesa che già può contare su elementi di assoluto valore come Cecchinato e Berrettini, protagonisti a loro volta di una rapida escalation in termini di vittorie e livello di gioco. Nonostante il cemento non rappresenti la superficie preferita per molti giocatori nostrani, è più che lecito attendersi proficui risultati anche nella lunga e impegnativa campagna americana. Ma andiamo con ordine.

Fognini, come anticipato, ha inaugurato molto bene la sua stagione su cemento cogliendo una buona semifinale a Los Cabos. Ad attenderlo nel penultimo atto del torneo messicano ci sarà Norrie, per poi incrociare in finale, con tutta probabilità, Juan Martin Del Potro. Il tennista ligure, portando a casa il torneo, potrebbe sensibilmente avvicinare il suo best ranking di numero tredici affrontando così il prestigioso trittico TorontoCincinnatiUs Open con maggiore serenità, ma massime motivazioni in prospettiva top 10. Sebbene il feeling con il Masters 1000 di Toronto non sia dei migliori (in otto apparizioni solo un terzo turno raggiunto) e, più in generale, le sue caratteristiche tecniche e fisiche non si sposino bene con le superfici rapide, almeno a sua detta, l’azzurro può ricavare tanto dalle potenti accelerazioni di dritto e rovescio mascherando, se possibile, anche le proverbiali difficoltà al servizio, da sempre colpo meno performante del 31enne ligure. Dopo gli appuntamenti 1000, l’attenzione di Fognini si sposterà sugli Us Open, ultimo Slam stagionale che, nel corso degli anni, ha regalato diverse soddisfazioni all’italiano, su tutte la vittoria contro Nadal nel 2015 in rimonta da una situazione di svantaggio di due set.

Marco Cecchinato è pronto a stupire ancora, anche in terra americana. Dopo il primo trionfo Atp e la memorabile cavalcata parigina, il tennista siciliano è atteso da una prova del nove molto significativa, il cemento. L’attuale n. 22 del ranking, come noto, nei pochi match disputati in carriera su hardcourt non ha mai brillato, anche se i notevoli progressi fatti registrare un mese e mezzo fa sulla pur rapida erba lasciano ben sperare in vista della faticosa campagna americana. Cecchinato, reduce dal secondo titolo nel circuito maggiore centrato a Umago, prenderà parte per la prima volta al main draw dei due Masters 1000 agostani e prima di raggiungere Flushing Meadows farà tappa a Winston-Salem, importante appuntamento pre Us Open già giocato dall’azzurro nel 2015. È lecito attendersi anche su questa superificie un Cecchinato pronto a sciorinare il suo ottimo schema servizio-dritto che tanti sorrisi gli ha regalato in una primavera 2018 indimenticabile. Non sarà certo l’amata terra, ma il cemento potrebbe concretamente rivelarsi alleato dell’azzurro in ottica top 20, traguardo impronosticabile fino a pochi mesi fa.

Matteo Berrettini è probabilmente l’astro nascente più luminoso del movimento tennistico italiano. Giocatore moderno, dotato di un servizio potente, a tratti ingiocabile, e un vigoroso dritto; peculiarità che fanno del 22enne romano, fresco vincitore dell’Atp 250 di Kitzbuhel (il primo in carriera), un tennista già pronto e forgiato per calcare i palcoscenici d’élite, come già dimostrato quest’anno al cospetto di avversari affermati del calibro di Zverev, Thiem, Sock e Bautista Agut. Berrettini, come annunciato nei giorni scorsi dal suo staff, non presenzierà ai due appuntamenti 1000 di Toronto e Cincinnati, dove avrebbe dovuto affrontare le qualificazioni, preferendo due settimane di duro allenamento per poi volare alla volta di Winston-Salem, prima di prendere parte al suo quarto torneo Slam della carriera a New York. Certo è che le caratteristiche fisiche e tecniche del tennista laziale ben si conformano al cemento, ragion per cui pronosticare altri scalpi di prestigio e piazzamenti importanti non è così utopistico.

Sebastiano De Caro

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