Lo scontro tra Fabio Fognini e Corentin Moutet al primo turno dell’ATP 250 di Stoccarda 2025 ha mantenuto ogni promessa di tensione. Due tra i tennisti più imprevedibili e fumantini del circuito si sono affrontati in un match acceso, terminato con la vittoria del francese, ma a far notizia è stato soprattutto l’infuocato post-partita. Tra provocazioni in campo, sguardi evitati e insulti gridati in francese, la stretta di mano si è trasformata in un caso.
Un match tirato, tra alti tecnici e bassi emotivi
L’incontro è stato combattuto e spettacolare. Moutet ha conquistato il primo set 6-4 con un unico break, mentre Fognini ha risposto con carattere nel secondo parziale, portandosi rapidamente avanti 4-1 prima di subire una rimonta. Nonostante lo sbandamento, l’azzurro ha alzato il livello nel tie-break e ha rimandato il verdetto al terzo set. Qui il francese ha avuto la meglio, sfruttando un errore gratuito di Fognini per piazzare l’allungo decisivo e chiudere il match sul 6-3.
Il pubblico tedesco ha tributato un caloroso applauso al ligure, ancora amato a Stoccarda dove vinse nel 2013. Ma la vera scena madre si è consumata al termine della partita.
Lo scontro a rete: “Guardami!”, l’urlo che ha infiammato il finale
Alla fine del match, durante il consueto saluto a rete, è andata in scena una delle scene più tese viste recentemente nel circuito ATP. Moutet, come spesso accade, ha mantenuto un atteggiamento provocatorio durante tutto l’incontro, senza risparmiarsi segnali verbali e gestuali nei momenti chiave. Al momento della stretta di mano, il francese ha evitato lo sguardo del suo avversario, voltandosi e allontanandosi senza degnarlo di attenzione.
La reazione di Fognini non si è fatta attendere: “Guardami! Guardami!” – ha urlato in francese (“Regarde-moi!”) più volte, visibilmente irritato, cercando un confronto diretto con l’avversario. In preda all’ira, avrebbe poi, secondo quanto riportanto anche da Fanpage.it, rivolto insulti pesanti a Moutet, tra cui l’espressione “petit cochon” (“piccolo maiale”), accompagnata da epiteti volgari non ripetibili.
La scena è apparsa chiara anche agli spettatori sugli spalti e agli addetti ai lavori, che ben conoscono il temperamento dei due protagonisti. Le personalità forti di entrambi hanno contribuito a trasformare un normale saluto post-partita in una miccia esplosa davanti a tutti. Nessuna vera stretta di mano, solo tensione e freddezza, con Fognini che ha lasciato il campo gridando e Moutet che si è limitato a festeggiare, ignorando ogni provocazione.
Due fuochi che non si spengono: Fognini e Moutet, un duello di nervi
Non è la prima volta che il nome di Corentin Moutet viene accostato a episodi di provocazione: il giovane francese ha costruito una reputazione da bad boy, fatta di talento e gesti sopra le righe. Fabio Fognini, dal canto suo, non è nuovo a esplosioni verbali e momenti di tensione in campo. Il match di Stoccarda è stato l’ennesimo esempio di come, quando due personalità così forti si incrociano, il rischio che lo sport lasci spazio allo scontro personale è dietro l’angolo.
Sul piano tecnico, resta un match vibrante, ben giocato da entrambi, ma la scena finale ha inevitabilmente rubato la scena. L’immagine di Fognini che urla al rivale di guardarlo negli occhi resta impressa come il simbolo di una sfida più emotiva che sportiva.