Gael Monfils risponde all’odio social con ironia e stile: “Davvero scommettete ancora su di me?”

Dopo la sconfitta a Stoccarda, Gael Monfils reagisce con ironia all’ondata di odio social: “Davvero scommettete ancora su di me?”. Una risposta intelligente che smonta i suoi detrattori.
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Doveva essere un normale ritorno in campo sull’erba, ma per Gael Monfils il torneo ATP 250 di Stoccarda si è trasformato in qualcosa di molto più amaro. Eliminato al primo turno dal giovane statunitense Alex Michelsen, numero 35 del mondo, il tennista francese ha dovuto affrontare un’ondata di odio social che ha superato i limiti del tifo e della critica sportiva. La reazione? Un misto di autoironia e consapevolezza che ha spiazzato i suoi detrattori e conquistato il pubblico.

Una sconfitta sportiva, un attacco inaccettabile

Il match contro Michelsen è stato combattuto: Monfils ha strappato un set, ma alla fine ha ceduto 6-4, 4-6, 6-3. Un risultato che non giustifica in alcun modo ciò che è accaduto subito dopo. Sui suoi profili social, il francese è stato sommerso da insulti, minacce e commenti razzisti, molti dei quali provenienti da scommettitori delusi dal risultato. Alcuni utenti sono arrivati ad augurargli malattie e infortuni, un comportamento che purtroppo si ripete troppo spesso nel mondo del tennis professionistico.

Monfils, che oggi occupa la 42ª posizione del ranking ATP, non è rimasto in silenzio. Ha deciso invece di rispondere con il suo stile inconfondibile: diretto, ironico, elegante.

La risposta ironica che smonta l’odio

In una serie di video pubblicati su Instagram, Monfils ha preso di mira proprio gli scommettitori, mostrando quanto sia assurdo puntare ciecamente su di lui senza considerare il contesto: “Ragazzi, questo non è un consiglio finanziario. Ma davvero, state ancora scommettendo su di me? Primo torneo sull’erba? Gioco contro Alex Michelsen, 20 anni, numero 35 al mondo, e voi puntate su di me?”

Con una risata amara, ha aggiunto: “Scrivete che faccio schifo. Lo so che faccio schifo. Lo sappiamo tutti e due. Eppure scommettete ancora su di me?” Un mix di sarcasmo e autoconsapevolezza che ha trasformato l’attacco in un momento di riflessione.

Non solo. A chi lo ha colpito con insulti razzisti e auguri di infortuni, Monfils ha risposto con fermezza e lucidità: “Sapete che le mie gambe sono state spaccate più volte. Ho già giocato con una gamba rotta, quindi non pregate per quello. E non sto soffrendo, mi dispiace. Siamo nel 2025 e ancora mi giudicate per il colore della pelle? Cosa c’entra il colore della mia pelle con la mia performance tennistica?”

E con un tocco finale di ironia affettuosa, ha ricordato: “So di essere bello. Lo dico perché mia mamma e mia moglie me lo dicono. Magari per voi faccio schifo.”

Un messaggio che va oltre il tennis

Monfils ha scelto di non farsi travolgere dalla negatività. Con intelligenza ha evidenziato, ancora una volta, il problema dell’odio online che colpisce tanti sportivi, specialmente dopo una sconfitta. La sua reazione è diventata virale, trasformando un momento difficile in una lezione di stile e dignità. La sua capacità di ridere di sé e di rispondere con umanità alle provocazioni ha fatto breccia nel cuore dei fan.

Il messaggio è chiaro: non basta essere atleti di alto livello per evitare le critiche ingiuste. Ma con ironia e forza interiore, si può affrontare anche l’odio più becero. Chapeau, Gael.

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