Gerard Piqué: “La Coppa Davis sarà una festa del tennis, convinceremo tutti”

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Con il sorteggio dei gruppi avvenuto ieri, è praticamente iniziata la nuova era della Coppa Davis, che a novembre in quel di Madrid raggrupperà le 18 nazionali qualificate per la fase finale della nuova formula. A margine del sorteggio, ai microfoni di Marca, ha parlato anche Gerard Piqué, difensore del Barcellona e promotore della nuova formula organizzata insieme al gruppo Kosmos, di cui lui è il fondatore. Il calciatore iberico si è espresso soprattutto a riguardo dell’intento rivoluzionario che la rinnovata competizione nasconde, non solo dal punto di vista puramente tennistico, cercando di attirare i campioni che negli ultimi avevano rinunciato alla tradizionale competizione a squadre, ma anche dal punto di vista commerciale e turistico, con tutti i vantaggi che la città di Madrid saprà trarne.

 

FESTA DELLO SPORT – Da bambino Gerard Piqué si è detto appassionato del tennis, che però ha fatto la scelta opposta del suo connazionale Rafael Nadal, preferendo il calcio che “gli ha dato risultati migliori”. “Intendo lo sport come un qualcosa che può attirare e intrattenere gli spettatori, non come un qualcosa attraverso cui generare solamente denaro. Sarà una festa dello sport, che coinvolgerà la città di Madrid in diverse attività. Non valuteremo il successo del nostro progetto in base alla presenza dei campioni a Madrid, la nostra è una competizione di paesi, che avrà ripercussioni su tutte le Federazioni internazionali”, dichiarazioni forti da parte del difensore blaugrana, che ribadisce come quella di novembre deve essere considerata come una festa del tennis, che può rivelarsi vincente anche con l’eventuale assenza dei giocatori più rappresentativi. Il contratto d’altronde è di ben 25 anni e l’obiettivo è quello di convincere tutti, giornalisti compresi, nel corso degli anni.

Davis Cup 2019
Davis Cup 2019

RAPPORTO CON I GIOCATORI – Non manca, da parte di Piqué, la consapevolezza di entrare in contatto con un mondo profondamente diverso, quello della racchetta, rispetto a quello calcistico. “I tennisti hanno molto più potere che i calciatori, non nego che l’impresa più dura è stata provare a comunicare ai giocatori il nuovo progetto”, perché anche se l’evento non verrà giudicato dalla presenza dei più grandi personaggi come Roger Federer, Alexander Zverev, Rafael Nadal e Novak Djokovic, questi potrebbero avere sicuramente un ruolo fondamentale nella buona riuscita dell’evento. Da questo punto vista anche la non qualificazione della Svizzera alla fase a gironi non è una notizia molto entusiasmante, ma Piqué rimane fiducioso: “Credo che le Federazioni (Atp e Itf) debbano lavorare continuamente per aiutare a creare un grande evento, come la nuova Coppa Davis vuole essere. Ho parlato anche con Djokovic, rappresentante dei giocatori, che mi ha comunicato alcuni dubbi dei giocatori nei confronti dell’organizzazione”. Ha risposto anche alle critiche lo spagnolo specie quelle aspre rivoltegli da uno come Lleyton Hewitt negli scorsi giorni: “Odio che la si chiami Coppa Piqué, perché la Coppa Davis ha una incredibile tradizione storica: sin dal principio mi sono infatti circondato di persone esperte di tennis. In qualche anno speriamo di cambiare il giudizio dei più scettici”. Difficile è in realtà pensare che il successo dell’evento possa non dipendere dalla partecipazione dei migliori giocatori al mondo. Anzi da loro è probabile che dipenda in maniera decisiva il salto verso la modernità che il gruppo Kosmos auspica, sempre per il bene del tennis.

 

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