Un trionfo inatteso ma meritato
La vittoria di Matteo Gigante su Stefanos Tsitsipas al secondo turno del Roland Garros ha il sapore di una favola sportiva. In quattro set (6-4, 5-7, 6-2, 6-4), l’italiano ha conquistato il successo più importante della sua giovane carriera, eliminando uno dei nomi più pesanti del circuito mondiale. “È sicuramente la più grande vittoria della mia carriera, senza dubbio”, ha ammesso emozionato in conferenza stampa. Un’affermazione che rappresenta molto più di un semplice passaggio del turno: è la consacrazione sul palcoscenico del tennis che conta.
Determinazione e lucidità: la ricetta di Gigante
Il romano classe 2002 ha mostrato una calma sorprendente per la posta in gioco. “La mia forza oggi è stata quella di rimanere tranquillo. Giocarmi tutti i punti, perché può succedere qualsiasi cosa”, ha spiegato. Nonostante un secondo set perso in rimonta, non si è scomposto, continuando ad applicare alla lettera un piano tattico ben studiato: attaccare il rovescio del greco e sorprenderlo togliendogli il tempo con colpi rapidi e profondi.
La prestazione è stata impreziosita da colpi di personalità e soluzioni efficaci anche nei momenti più delicati, come quando ha annullato diverse palle break con grande freddezza. “Avevo impostato la partita sul suo rovescio, è lì che fa più fatica. Mi sentivo pronto, convinto, e sapevo cosa fare nei momenti chiave”, ha raccontato, svelando l’efficace lavoro fatto con il suo allenatore Marco Gulisano.
Tsitsipas: fair play e autocritica
Dal canto suo, Stefanos Tsitsipas non ha nascosto la delusione per un’uscita che pesa. Il greco, finalista al Roland Garros nel 2021, ha riconosciuto i meriti dell’avversario: “Devo dare credito al mio avversario, ha giocato un tennis incredibile. Mi ha impressionato per atletismo e determinazione”. Ma ha anche parlato apertamente delle sue difficoltà, ammettendo una certa “immaturità” nella gestione dei momenti di pressione e un senso di smarrimento mentale: “Ci sono stati alcuni game che ho regalato con errori gratuiti. Non ero completamente presente nel momento”.
Il 26enne ha inoltre fatto cenno agli infortuni che negli ultimi anni ne hanno minato continuità e fiducia: “Psicologicamente mi hanno colpito molto. Sto cercando di ritrovare quell’equilibrio che avevo prima”.
Una carriera in ascesa
Gigante, fino a poche settimane fa impegnato nei tornei Challenger, si ritrova ora tra i migliori 32 del Roland Garros, con tutto ciò che questo comporta in termini di visibilità e svolta economica. Ma il percorso del tennista romano non è stato lineare. Un infortunio al gomito nel 2021 lo aveva costretto a uno stop di sei mesi. Nonostante ciò, non ha mai perso fiducia. “Da piccolo non ero tra i primi, ma ero sempre lì. Ognuno ha il suo percorso”, racconta.
Dopo un periodo difficile all’inizio del 2024, la rinascita è cominciata tra tornei minori in Italia e all’estero, culminando con la vittoria al Garden e una partita tirata vinta contro Marin Cilic in Austria. Il tutto grazie a una dedizione quotidiana: “Credo che i miglioramenti che sto facendo partano da casa, giorno per giorno”.
L’amore per lo sport e la mentalità vincente
Sportivo nell’anima, Gigante si definisce anche un bravo calciatore, ma ha scelto il tennis, spinto fin da piccolo dalla passione tramandata dal nonno e dalla madre, ex nuotatrice. “Ho sempre avuto la racchetta in mano. A tre anni già giocavo. È stato amore a prima vista”.
Nel match contro Tsitsipas, ogni gesto e ogni esultanza hanno raccontato la gioia di un ragazzo che in campo ha messo tutto: talento, preparazione e coraggio. “L’esultanza era del tipo ‘mamma mia’, non ci volevo credere”, ha detto sorridendo, a fine match.
Ora il futuro è tutto da scrivere, ma una cosa è certa: Matteo Gigante non è più una promessa. È una realtà.