Giovani promesse del tennis mondiale: Jurij Rodionov

In assenza del tennis che conta, abbiamo deciso di fare un profilo dei tennisti rientranti nella categoria Next Gen per spulciare qualche nome interessante tra i volti poco noti di questo panorama. Oggi parliamo di Jurij Rodionov talento austriaco classe 1999 che dopo qualche risultato nel circuito junior, si è messo in mostra anche a livello Challenger con qualche vittoria e prestazione di spicco. Origini bielorusse come lascia intuire il nome, Jurij si affaccia al tennis all’età di 4 anni avendo i campi vicino casa e vedendo ogni giorno gente giocare. Dopo aver vinto i campionati austriaci in giovane età, inizia a prendere il tennis sul serio e entra a far parte del circuito Junior dove ottiene come miglior risultato una finale di doppio a Wimbledon. Giocatore mancino, completo con un discreto servizio e un ottimo rovescio a due mani che a occhio sembra il suo colpo più naturale, diritto mancino meno penetrante del rovescio ma comunque un discreto fondamentale. I suoi idoli sono Federer per il talento e Ferrer per la tenacia  e l’agonismo in campo. La finale in doppio raggiunta a Wimbledon junior, dimostra anche un discreto feeling con la rete e un buon tocco, durante il torneo inglese quest’anno, si è reso protagonista di un particolare episodio con l’arbitro di gara che nel rispetto delle regole del torneo che prevedono un vestiario totalmente bianco, lo ha invitato a cambiare l’intimo che risaltava di uno spiccato color blu sotto i pantaloncini. Quest’anno, dopo tanti Itf, si è affacciato al circuito Challenger in maniera sorprendente ottenendo un quarto di finale in Repubblica Ceca su terra battuta e una semifinale a Ningbo in Cina sul veloce dove ha sconfitto il numero 94 del mondo Jordan Thompson. Insomma il salto di qualità da parte di questo ragazzo è già avvenuto in parte con questi risultati di spicco nel mondo Challenger ci aspettiamo di vederlo presto nel tennis che conta, le qualità non mancano, va migliorata la tenuta mentale che spesso rappresenta un problema per i giovani tennisti che effettuano il “Grande salto”

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