Groth e Duckworth: il tennis australiano alla riscossa

La stagione tennistica 2015, come consuetudine da molti anni, si è aperta con i primi tornei sul cemento australiano, in attesa degli Australian Open. E due protagonisti in positivo di queste prime partite dell’anno sono proprio due nativi della terra dei canguri. Chi legge l’inizio di questo articolo e non ha seguito molto attentamente i tornei penserà sicuramente: “Oh, finalmente Tomic ha messo la testa a posto” oppure “Sapevo che Kyrgios avrebbe cominciato da subito a vincere” o ancora “Grande Hewitt, lo sei stato e sarai sempre un grande combattente”. No, questa volta gli australiani in questione non sono loro, ma due sconosciuti al grande pubblico, che tanto hanno ben figurato nell’ATP di Brisbane, raggiungendo e non oltrepassando i quarti di finale. Questa volta parliamo di Samuel Groth e James Duckworth.

Andiamo a conoscerli meglio, analizzando prima Groth.

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Samuel Groth nasce il 19 ottobre del 1987 a Narrandera, un piccola città situata nell’est dell’Australia. Alto 194 centimetri, è conosciuto ai più per il suo record del servizio più veloce della storia, ben 263 kilometri orari, ed ha ottenuto i suoi maggiori successi come doppista. Oggi è numero 85 del mondo, il suo miglior piazzamento nel ranking ATP.

Samuel ottiene il suo primo grande risultato nel 2005, quando raggiunge la finale del torneo di doppio juniores  a Wimbledon, in coppia con Andrew Kennaugh. Diventa professionista nel 2006 e, nel 2007, oltre a vincere come doppista 5 tornei Futures, ottiene proprio in questa categoria la sua prima finale da singolarista.

L’anno successivo riesce per la prima volta a qualificarsi per il tabellone principale di un torneo ATP, e lo fa a Nottingham, battendo fra gli altri anche il serbo Janko Tipsarevic. Non supererà il secondo turno, eliminato in rimonta dal francese Gilles Simon. Riuscirà comunque ad entrare fra i primi 300 del mondo, raggiungendo il duecentosettantesimo posto.

Nel 2009 ottiene una wild card per gli Australian Open, ma verrà sconfitto all’esordio da Mardy Fish. Mancherà le qualificazioni per Wimbledon e per gli Us Open,  e si aggiudicherà solo il torneo di doppio di Campos Do Jordao. Nei due anni successivi otterrà pochissimi risultati, causa anche un infortunio che nel 2011 lo terrà fuori dai campi per sette mesi e che lo farà scendere oltre la settecentesima posizione in classifica mondiale. Dal rientro, però, le cose cambiano.

Grazie alla vittoria di 3 futures (due in singolare e uno in doppio) nel 2012, risale fra i primi duecento e nel 2013 riuscirà a giocare nuovamente 3 partite da singolarista del circuito maggiore: una al Queen’s, una a Washington e una a San Pietroburgo. Proprio nel torneo ospitato dalla città russa raggiungerà le semifinale in doppio con Chris Guccione, risultato che lo porterà a scavalcare il muro dei primi cento nel ranking dei doppisti.

La stagione successiva inizia col botto. Groth, infatti, ottiene la sua prima semifinale ATP proprio nel torneo di Brisbane, con il quale sembra avere un certo feeling. Parteciperà anche ad altri due 250, quelli di Sidney e Delray Beach, prima di conquistare la sua prima qualificazione ad un Master 1000, Indian Wells, nel quale viene eliminato al primo turno al tie-break del terzo set da Kukushin. La sua più grande prestazione in carriera, però, la ottiene come doppista al Roland Garros, raggiungendo la semifinale in coppia con Andrej Golubev e proiettandosi al numero 41 del ranking. Verranno poi eliminati dai futuri vincitori dello Slam parigino, ovvero Benneteau-Roger Vasselin. Proseguirà l’anno qualificandosi per la prima volta per il tabellone di Wimbledon e giocherà anche a Newport. Questi due risultati lo porteranno ad occupare la posizione numero 92 del mondo.

Il 2015 sembra essere iniziato molto bene, avendo sfiorato nuovamente le semifinali a Brisbane. E’ stato un giocatore simile a Groth, ovvero Milos Raonic, a barrargli la strada ed a batterlo in tre tiratissimi set.

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Come già accennato in precedenza, il gigante australiano è salito alla ribalta il 12 maggio 2012, quando, nel match del torneo Challenger di Busan, in Sud Corea, contro il bielorusso Ulazdimir Ihnacik, mise a segno la battuta più veloce di sempre, battendo il precedente record detenuto da Ivo Karlovic.

Groth, ovviamente, basa il suo tennis sul servizio. Dotato di un ottimo gioco a rete, abilità migliorata molto anche grazie ai tanti doppi giocati, si avventura molto spesso in avanti, non potendo reggere al meglio i colpi da fondo degli avversari, vista la sua stazza, che lo disabilita molto negli spostamenti laterali. Spesso fa anche uso del chip and charge sulle seconde dei suoi sfidanti. Il colpo con cui fa più fatica è il rovescio, giocato ad una mano.

Migliorato molto durante il corso degli anni, Samuel Groth sembra aver raggiunto una certa maturità tennistica. Quest’anno compirà 28 anni, e, visto il suo tipo di gioco, potrà senza dubbio continuare a giocare per un bel po’ di anni, imitando il percorso di Karlovic. Sarà senza dubbio da tenere d’occhio agli Australian Open, visto che riesce a dare il meglio di sé quando gioca nella sua terra natia. Un altro gigante (chiedete a Nole per informazioni) che, se si esprimerà al meglio, potrà portare seri grattacapi ai più forti.

Occupiamoci ora della vera rivelazione di questo inizio anno, James Duckworth.

TENNIS BRISBANE INTERNATIONAL

James Duckworth viene alla luce il 21 Gennaio 1992 a Sydney. Nipote dell’ex tennista Beryl Penrose, vincitrice degli Open d’Australia fra il 1954 e il 1956 sia come singolarista, sia nel doppio femminile e sia nel doppio misto, gioca il suo primo torneo ITF under 18 all’età di 13 anni. Raggiunge la sua prima finale nel 2007 a Manila, nelle Filippine, e vince il primo titolo nel 2010, all’Oceania Closed Championship. Nello stesso anno inoltre riesce ad arrivare alle semifinale del torneo juniores del Roland Garros e del Futures giocatosi in Nuova Zelanda, terminando l’anno al settecentoquarantaduesimo posto del ranking ATP.

Il 2011 si apre con la sconfitta al primo turno a Brisbane e la mancata qualificazione all’Open d’Australia. Nonostante ciò, sarà un anno molto importante per Duckworth. Riesce, infatti, a vincere quattro titoli Futures in giro per l’Europa, di cui uno ad Este, in Veneto. Questi successi gli permettono di entrare fra i primi 300 del mondo.

L’anno successivo si apre con bel risultato. A, James, infatti, in seguito alle ottime prestazioni fornite nel 2011, gli vengono concesse le wild card per partecipare agli Australian Open a all’ATP di Brisbane. Ed è proprio nel torneo 250 che riesce ad ottenere la sua prima vittoria nel circuito maggiore, dopo aver battuto in con un doppio 6-4 il francese Mahut. Perderà nel match successivo in due set da Gilles Simon. Anche il suo debutto in un torneo Major risulta molto buono, infatti l’australiano trionfa in tre set contro l’estone Zopp. Viene poi eliminato nel secondo turno da Tipsarevic. Il resto della stagione non sarà all’altezza delle aspettative, infatti l’unico risultato da segnalare è la semifinale nel torneo Challenger di Caloundra.

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Il 2013 inizia con la mancata qualificazione a Brisbane e con l’eliminazione nel primo turno a Sydney per mano di Denis Istomin, partita nella quale Duckworth, nonostante la sconfitta, figura molto bene, avendo portato l’uzbeko fino al tie-break del terzo set. Torna a giocare l’Open d’Australia sempre grazie ad una wild card e riesce nuovamente a vincere il primo match, battendo in 5 set Ben Mitchell. Anche in questa edizione esce al secondo turno, dopo aver perso da Blaz Kavcic. Fa anche la sua prima partecipazione al Roland Garros, riuscendo a superare le qualificazioni, e viene sconfitto al primo turno di nuovo da Kavcic. La vittoria nel torneo ITF Australia F5 e la semifinale del Challenger giocato a Melbourne, oltre ai risultati sopracitati, gli consentono di terminare l’anno al centotrentaduesimo posto del ranking.

All’inizio dell’anno successivo James non riesce ancora ad ingranare la marcia giusta, e viene eliminato al primo turno di Brisbane e degli Australian Open rispettivamente da Jarkko Nieminem e Roger Federer (con il quale è abbastanza difficile “ingranare”). La stagione, però, prosegue bene, infatti l’australiano raggiunge la finale nel Challenger di Charlottesville e nella Coppa Cachantun, gioca i primi turni del Roland Garros (battuto da Mayer) e di Wimbledon (sconfitto da Gasquet) e mette in seria difficoltà Tomas Berdych nella seconda partita del Queen’s, quando a spuntarla è il ceco, che vince il terzo set per 6-4. Conclude il 2014 al numero 127 della classifica mondiale.

L’inizio di stagione che sta avendo quest’anno è senza dubbio il suo migliore fin qui, nonostante la brutta sconfitta incassata da Re Roger nei quarti di Brisbane con il punteggio di 6-0 6-1. Attualmente occupa la posizione numero 125 del ranking.

Duckworth è un ragazzo che ha tantissimi margini di miglioramento, ed ha ancora molto tempo per poter affinare il suo gioco. Possiede dei buoni fondamentali, caratterizzati da una grandissima velocità di esecuzione. Usa ancora poco le variazioni, ed è proprio aspetto del suo tennis che deve perfezionare, imparando bene a dosare i colpi. Particolare è l’esecuzione del servizio, effettuata da una posizione molto vicina al corridoio.

Samuel Groth e James Duckworth, quindi, sembrano essere diventati due giocatori da prendere in seria considerazione. Certo, adesso sta a loro confermarsi durante l’anno, cosa molto più difficile che emergere in un solo torneo. Dovranno avere costanza e dovranno migliorarsi giorno per giorno. Se lo faranno, diventeranno due frecce molto importanti per l’arco australiano, un arco fatto di una grande tradizione, che ha dato e darà tanto per questo sport, e che merita di essere sempre nei primi posti.

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