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I magnifici otto: Dominic Thiem

 

INIZIO A RILENTO… – Il 2017 di Thiem è stato un anno di alti e bassi. E’ iniziato un po’ sottotono, con due sconfitte al secondo turno, una a Brisbane (con Dimitrov) e l’altra a Sydney. Gli Australian Open lo hanno visto lottare fin dal primo turno, giocando solo partite in quattro set fino a essere sconfitto da Goffin per un posto nei quarti. Dopodichè, un quarto di finale a Rotterdam e il primo titolo stagionale: Rio, vincendo su Carreno-Busta in finale. Per i superstiziosi, questa sarebbe potuta essere una premonizione. Il cemento americano, poi, non gli ha portato troppa fortuna – sconfitto ai quarti di Indian Wells da Wawrinka, uscito subito dopo il bye a Miami per mano di Coric.

Dominic Thiem e il trofeo di Rio.

SULLA TERRA QUASI PERFETTO – Ma siamo ad aprile ed ecco che inizia la stagione sulla terra, la superficie che Dominic ama maggiormente. Montecarlo ancora non porta i risultati sperati: l’austriaco viene estromesso di nuovo da Goffin (in forma strepitosa) al secondo turno; la volta successiva, invece, è quella buona. A Barcellona il 24enne trova finalmente il suo gioco e sconfigge in tre set il n. 1 Andy Murray, per piegarsi poi in un’onorevole finale a un Rafa Nadal determinato a riprendersi il suo regno. Ma per il giocatore di Wiener Neustadt questo è l’inizio di un crescendo spettacolare che gli regala, due settimane dopo, una nuova finale a Madrid, sempre persa contro lo spagnolo, ma stavolta dopo una lotta decisamente più serrata, e poi a Roma l’apice del miglioramento, con una stupenda vittoria su Rafa nei quarti di finale. Nonostante le sue ottime prestazioni, però, il rosso non gli regala nessun trofeo: a Roma esce battuto da Nole, e infine a Parigi disputa un sontuoso torneo, prendendosi la rivincita su Novak ma venendo sconfitto di nuovo da Nadal in semifinale. Dopo il maiorchino, Thiem, insieme a Zverev, è il giocatore che ha guadagnato più punti sul mattone tritato – e di gran lunga.

…MA FINALE A RILENTO – Se la terra è favorevole ai suoi ampi e spaziosi movimenti, l’erba lo è molto meno. La transizione, infatti, risulta piuttosto difficile e a Wimbledon non riesce a evitare di uscire a causa di Tomas Berdych dopo un lungo match al quinto set. Il resto della stagione, purtroppo per il giocatore austriaco, non darà luogo ad altri risultati importanti (quarti a Cincy, sedicesimi agli Us Open, poi una serie di sconfitte in primi e secondi turni), ma i punti accumulati gli permettono di qualificarsi per le Finals con largo anticipo. Questi ultimi mesi, purtroppo, hanno fatto sì che Thiem venisse criticato per il suo calo di rendimento sulle superfici veloci; non si può negare che le aspettative fossero maggiori per lui, e che sia tipicamente un giocatore da terra, ma la straripante potenza fisica, la potenza dei colpi e la capacità di lottare gli assegnano di diritto un posto fra i migliori dell’anno e fra i favoriti del Masters, e sarebbe veramente una sorpresa se non dovesse raggiungere almeno le semifinali.

Riccardo Artuso

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