I match del 2022: Sinner-Alcaraz, “Ho visto la luce!”

Da circa le 3 del mattino a circa le 8.30, quasi un’intera nottata ma a prescindere dal normale dispiacere provato per Jannik, ne è valsa la pena, oltre alla luce abbiamo visto il futuro. I capovolgimenti li vediamo in continuazione, i set point e match point annullati anche, di forza mentale ne abbiamo vista anche di più ultraterrena, ma una velocità di gioco così, per 5 ore e 15 minuti, quella sì che non l’avevamo mai vista. Velocità di braccio, velocità di piedi, e, quindi, velocità di palla. Risultato? Un videogioco. Fisiologicamente con alternanza di momenti in cui uno prendeva il sopravvento dell’altro, togliendogli il fiato mentre l’altro lo riprendeva. Così spiegati i cinque set.

Un match in cui entrambi hanno saputo molteplici volte prima incassare poi reagire, e passare al comando. L’ha fatto Sinner dopo aver perso il primo set, e soprattutto l’ha fatto prepotentemente ad un passo dall’andare sotto di due set, e l’ha fatto Alcaraz ad un punto dalla sconfitta. Ha dato varie dimostrazioni Jannik in questa partita ma la più importante l’ha data nel secondo set, sotto 5-6. È 0-40, sono tre set point consecutivi per lo spagnolo per portarsi avanti 2 set a 0. In quel momento Sinner fa capire di avere una testa che funziona in modo diverso, che fa parte di una categoria molto ristretta. La prima di servizio, ma anche la seconda, aveva vacillato per tutto il match (e per onor di cronaca tornerà a farlo) e lui, proprio nel momento che fa tremare le gambe, tira tre consecutive battute vincenti, ed è 40-40. Poi annullerà un quarto set point, e, alla fine, arriverà al tie-break. Lì annullerà anche il quinto set point, per poi vincere il tie-break per 9 punti a 7. È già chiaro che il pubblico newyorkese farà le ore piccole, e che quello europeo farà l’alba.

Nel terzo set Sinner “bissa” la reazione in extremis del secondo, d’altronde abbiamo ormai capito che i momenti di maggior difficoltà sono quelli in cui Jannik dà il meglio di sé. Questa volta Alcaraz serve per il parziale, sul 6-5, ma di nuovo si va al tie-break. L’azzurro alza l’asticella, diventa incontenibile, e anche il ragazzo che ha scalato il ranking rubando tutta l’attenzione viene oscurato. Sinner si sta riprendendo la ribalta. È 7-0 nel tie-break. È 2 set a 1.

 

All’inizio del quarto set la linea è ancora la stessa, e si vedono alcune crepe in Alcaraz. Sinner va avanti di un break e arriva a servire per il match, sul 5-4. Il servizio funziona a intermittenza ma l’azzurro arriva ugualmente a match point. Non è però il finale che il destino ha scelto. Forse troppa fretta, forse un errore nell’esecuzione, un rovescio all’uscita dal servizio finisce in corridoio, e la partita cambia drasticamente, per Jannik drammaticamente.

Il quarto set è 7-5 per Carlitos. C’è n’è ancora un quinto da giocare, ma l’inerzia, e la fiducia del futuro numero 1 al mondo, sembrano ormai indirizzare chiaramente il quarto di finale. Sinner prova a resettare, e riesce anche a portarsi avanti di un break, ma il vantaggio dura poco, anzi per niente. Da 2-3 sono 4 game consecutivi per Alcaraz, e, quindi, 6-3. Per lui c’è una via tracciata verso il primo titolo Slam e il trono del ranking, per Jannik a caldo c’è soprattutto la delusione di aver mancato per un punto la prima semifinale in un Major, ma a mente fredda c’è la consapevolezza di poter giocare a quel livello. Perché l’ha fatto, perché quel match lo potevano vincere entrambi ma nel tennis non hanno ancora inventato il pareggio. Non lo inventeranno, ma non ce n’è bisogno perché, presto o tardi, queste partite le vincerà anche Sinner.

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